Prima sinistra frittata: il Comune di Reggio si fa dettare la linea di politica internazionale da Casa Bettola. Il caso Iren-Mekorot

Pressioni di possibile futura alleanza: il sindaco Luca Vecchi annuncia la fine dell’accordo Iren-Mekorot come avrebbero voluto le sinistre radicali, dando l’impressione che negli affari di politica internazionale la linea sia quella. Sugli affari interni invece è molto diversa ma ci torneremo a tempo debito

Facciamo un altro mea culpa, anzi un nostra culpa: abbiamo sopravvalutato il candidato sindaco Pd Marco Massari. Settimane fa, in occasione della fatidica presentazione-conferenza stampa all’Orologio, tra le altre cose gli abbiamo domandato cosa ne sarebbe stato dell’accordo Mekorot-Iren. E lui, con giri di parole che sapevano di fuffa lontano un miglio, ci ha sostanzialmente risposto che l’argomento non era all’ordine del giorno. Interpretando da parte nostra il suo dire come un pragmatico rinvio dello scottante argomento (“scottante” per gli equilibri interni di una coalizione a sinistra) alle calende greche. Tra i presenti invece, il latore della brillante idea di rompere con Israele, ovvero Cosimo Pederzoli di Sic!, dall’alto del suo 1% e rotti che potrebbe garantire a Massari, mostrava una specifica sicumera. Ovvero, Pederzoli già sapeva, Massari non ne sapeva mezza per non dire una mazza.

Noa, ancora nelle mani delle bestie di Hamas

Sapeva cosa? Evidentemente il sindaco Luca Vecchi (presto ex), aveva assicurato l’unico per ora certo alleato Pederzoli, che continua a chiedere un “assessorato” alla pace”, che la sua richiesta sarebbe stata accolta e l’accordo con l’azienda idrica israeliana Mekorot (che prima del conflitto sopperiva per il 40% al fabbisogno d’acqua della striscia di Gaza) sarebbe decaduto una volta giunto alla sua naturale scadenza annuale. O almeno così ha sentenziato il sindaco Vecchi a mo’ di bastone dopo la carota dello striminzito post sulla morte di Navalny esattamente il giorno dopo l’ultimo omicidio di Stato perpetrato dal tiranno del Cremlino.

Ofra, ancora nelle mani delle bestie di Hamas

Ma torniamo a noi. Pederzoli sapeva, Massari (in conferenza stampa apparso in versione Forrest Gump) no. D’altronde bisognerà pur tenerselo buono il futuro (?) assessore alla pace Pederzoli (ma a Reggio ci sta qualche conflitto a noi sconosciuto?) capace magari di passare, se dovesse vincere la coalizione di centrosinistra il prossimo giugno, 6 mesi l’anno in Palestina a spese nostre o di indire un presidio permanente anti-americano in piazza Prampolini mentre dal municipio vengono irradiate coinvolgenti canzoni popolari cubane o della steppa. La domanda è questa: ma i liberal-democratici ed i socialdemocratici del Pd si devono far dettare la linea di politica internazionale da quelli di Casa Bettola? Se il buongiorno si vede dal mattino, le concessioni del trio Massari-Vecchi-Delrio alla sinistra radicale rischiano di spaventare non solo moderati e centristi ma anche riformisti e bonacciniani del Pd reggiano, molti dei quali (ve lo assicuriamo, ndr) pensano al voto disgiunto o comunque di votare un candidato diverso da Massari.

Orion, ancora nelle mani delle bestie di Hamas

Rendiamo perciò edotti Pederzoli ed i suoi seguaci che Hamas ha pubblicato sui social, dei video in cui mostra di trasformare i tubi idraulici, comprati con gli aiuti della cooperazione internazionale, in razzi che poi sparano sulle città israeliane. Quindi, ricapitolando, Vecchi annuncia ponziopilatescamente (un colpo al cerchio di Navalny ed uno alla botte di Israele) che questo accordo non s’ha da rinnovare. Poi contemporaneamente si chiede di portare cisterne d’acqua con gli aiuti umanitari a Gaza! Cisterne d’acqua che, come buona parte degli aiuti internazionali, vengono sequestrate da Hamas e portate nei tunnel per i miliziani. Perché, allora, nel manifestare per la Palestina dobbiamo per forza tifare contro Israele e non contro Hamas, la vera causa del disastro umanitario di Gaza?

Romi, ancora nelle mani delle bestie di Hamas

Anche noi pertanto chiediamo al sindaco Vecchi di sapere i contenuti dell’accordo tra Iren e Mekorot ad oggi non chiari. Mentre chiediamo al futuro assessore alla pace Pederzoli (se dovesse vincere la coalizione di centrosinistra e la sua lista ottenere almeno il 2-3%, ipotesi non scontata) di far appendere le foto delle donne israeliane, che secondo gli ostaggi liberati, vengono tuttora ripetutamente violentate dai miliziani di Hamas, negli spazi di Casa Bettola.

Pederzoli-Massari

Ma non sarebbe più semplice far governare Gaza da palestinesi normali e non dai tagliagole estremisti “islamisti” e stupratori di Hamas? Palestinesi normali che non si facciano fotografare coi loro figli e nipoti di 5 anni in braccio col mitra in mano e la bandana verde dei martiri dell’Islam in fronte come fa ad esempio il pluriomicida Sinwar? Insomma in politica estera a Reggio proprio non ci siamo. Dal pronunciamento di Vecchi con voce stentorea e petto in fuori durante una commissione consiliare “la geopolitica non mi interessa”, abbiamo avuto Silk-Faw (la multinazionale cinese turbocapitalistica a Gavassa andava bene, l’accordo con l’azienda idrica di Stato, israeliano, Mekorot invece no), caso Mekorot e a seguire la cittadinanza a quel fior di galantuomo di Assange (se estradato negli USA rischia fino a 170 anni di carcere).

Ma tutto ciò è solo l’antipasto di ciò che ci attende nel prossimo futuro anche a Reggio Emilia. Le elezioni in Sardegna dettano la linea: campo largo PD-M5S ma a trazione grillina. E in politica estera gli  M5S sono una fotocopia della sinistra PCI degli anni ’70: e cioè in Ucraina Putin ha reagito alle provocazioni della NATO, “Palestina free from the river to the sea”, Trump non ci piace tanto, ma se costringerà gli Ucraini alla resa allora facciamo il tifo per lui, la Cina è grande e Xi Jinping è il suo profeta, ecc. ecc. In questo senso Luca Vecchi ha ragione, quando sostiene che le prossime elezioni amministrative reggiane possono anticipare ciò che avverrà poi nel Paese alle elezioni politiche.

Miliziano di Hamas “festeggia” il 7 ottobre portando sulla motoretta il cadavere di un giovane israeliano

Venendo alla recente Marcia della Pace in piazza a Reggio (sabato 24 febbraio), presenti circa 600 persone (ma in piazza Prampolini si erano ridotte di una buona metà), abbiamo particolarmente apprezzato l’intervento del Presidente provinciale (accolto da un generale gelo condito da qualche fischio) Giorgio Zanni. E cioè che i Palestinesi non possono pensare di far valere i loro sacrosanti diritti massacrando donne, anziani, bambini e civili israeliani nei kibbutz come fatto da Hamas lo scorso 7 ottobre. Hamas, è bene ricordarlo, che non perde occasione per ribadire che rifarà il 7 ottobre su scala maggiore, appena se ne ripresenterà l’occasione. Hamas che non riconosce il diritto all’esistenza dello Stato di Israele.

Massari alla recente Marcia della Pace a Reggio Emilia

Il discorso di Zanni infatti è perfettamente in linea con quanto recentemente dichiarato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il quale ha denunciato “il pericoloso ritorno nel mondo di fattispecie di antisemitismo, del pregiudizio che ricalca antichi stereotipi antiebraici, potenziato da social media senza controllo e senza pudore”. La cessazione invece dell’accordo con l’israeliana Mekorot, che non è l’espressione del Governo ma è di proprietà dello Stato israeliano, boicottata dunque per il solo fatto di essere israeliana, non va nella direzione indicata dal Capo dello Stato.

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