Nella giornata di mercoledì 6 febbraio il robot Tifone realizzato grazie alla cooperazione fra Università di Pisa ed Università di Firenze è stato per la prima volta messo in acqua. Gli accademici dei Dipartimenti di Ingegneria industriale e di Ingegneria dell'Informazione dell'Ateneo fiorentino hanno costruito il robot subacqueo nel Centro Interdipartimentale "Enrico Piaggio" dell'Università di Pisa grazie ad un finanziamento regionale nell'ambito del progetto Thesaurus, destinato allo sviluppo di tecnologie per l'indagine archeologica subacquea. Tifone è, in sostanza, un archeologo robot capace di visualizzare con un sonar e con due telecamere la superficie del fondale, di scansionarla in tre dimensioni e di renderla in immagine, sostanzialmente come avviene con lo Street View di Google Maps. Dotato di un ecografo in grado penetrare nei sedimenti e verificare la presenza di un reperto o artefatto archeologico, Tifone è lungo 3,7 metri e pesa circa 170 kg. Ha una velocità di 5 nodi ed un'autonomia sott'acqua di 8 ore. Anche la Scuola Normale Superiore di Pisa, l' ITTS "Silvano Fedi – Enrico Fermi" di Pistoia e l'ISTICNR (Istituto di Scienza e Tecnologie dell'Informazione) hanno collaborato con l'Università di Firenze per la sua realizzazione, mettendo a disposizione strutture e conoscenze. Il robot sottomarino verrà utilizzato per rilevare, documentare, censire e monitorare siti archeologici sottomarini, relitti e reperti sommersi fino a 300 metri sotto il livello del mare. La prima immersione di Tifone è stata effettuata nel bacino di Roffia, a San Miniato (Pisa). Dopo il test sul primo modello, dei robot sottomarini gemelli verranno affiancati a Tifone in un'uscita presso il relitto dello Scoglietto (isola d'Elba), così da verificare anche la loro capacità di dialogo mediante modem ad ultrasuoni ad una profondità di circa 80 metri.