Parigi – I francesi dovranno restare confinati a casa anche al di là delle due settimane annunciate nei giorni scorsi, e cioè oltre la fine del mese. Lo ha indicato oggi lo stesso presidente Emmanuel Macron, dichiarando non solo che il confinamento sarà “con ogni probabilità prolungato” ma anche che vi si dovrà ricorrere anche in altri momenti perché “non sappiamo quante ondate ci saranno né come si comporterà il virus”.
Il capo dello stato, a margine di una visita all’Institut Pasteur, si è nuovamente rammaricato che i francesi non prendano con la dovuta serietà la gravità della situazione . “Quando vedo che la gente va al parco o si riunisce, che va alla spiaggia o si accalca nei mercati , vuol dire che non hanno capito il messaggio.
Molti, ha ribadito, prendono la situazione alla leggera e non hanno capito che è per proteggere sé stessi e i propri cari”. Il capo dello stato non ha però accennato a possibili misure di rafforzamento della quarantena, come l’instaurazione di un coprifuoco per limitare gli spostamenti la sera, come richiesto da alcuni esponenti politici preoccupati delle conseguenze della carenza di senso civico di molti francesi. A instaurare un coprifuoco ci starebbe intanto lavorando il sindaco di Nizza Christian Estrosi. Al vaglio un decreto che impedisca ai nizzardi di uscire dopo le 20.
L’epidemia, secondo gli ultimi dati, sta progredendo in Francia molto rapidamente. I casi si sono quadruplicati in una settimana arrivando a un totale di contagiati che sfiora gli 11.000/ I morti sono 372, 108 in più in 24 ore.
Il quotidiano “le Figaro “ segnala intanto come i servizi di intelligence da anni si attendevano a una pandemia. In un rapporto del 2008 sulle tendenze globali fino al 2025 i servizi americani allertavano sulla possibile emergenza di una malattia umana respiratoria, altamente trasmissibile in “una zona densamente popolata, in cui uomini e animali vivono in stretto contatto” come la Cina o il Sud est asiatico.
Gli analisti già citavano la famiglia dei coronavirus come candidata potenziale. Anche i servizi francesi temevano nel 2008 un rischio di pandemia, rischio che in un successivo rapporto del 2013, si era loro avviso fatto più concreto a causa della crescente densità di abitanti delle megalopoli e l’inadeguatezza di alcuni sistemi sanitari nazionali.
Secondo loro “esisteva il rischio di una nuova pandemia altamente patogena e letale causata dall’emergenza di un nuovo virus che oltrepassa le barriere della specie o di un virus evaso da un laboratorio”. Nel 2017 la “Revue stratégique” sottolineava come l’aumento della mobilità nel mondo avrebbe favorito “la propagazione rapida e su vasta scala di virus”.
Foto da Docuseries Netflix