Firenze – La notizia, buona, è: ci sono ancora soldi disponibili per le richieste di prestito sociale. Ad annunciarlo stamattina è l’assessore Stefania Saccardi, che spiega: “A disposizione per prestiti sociali abbiamo ancora 680.000 euro, che saranno erogati entro fine anno, somma a cui si aggiungono le risorse derivanti dai rimborsi da parte delle famiglie”. In altre parole, le famiglie cui il prestito è stato erogato hanno compreso l’importanza della restituzione, che rimette in circolo il denaro per altre famiglie bisognose di aiuto.
Ma ecco di cosa si tratta: il prestito sociale è uno degli strumenti messi in atto dalla Regione Toscana per il contrasto alla povertà, consistente in prestiti fino a 3.000 euro (senza garanzie e senza interessi) a persone e famiglie in situazioni di particolare difficoltà o fragilità socio-economica. Ed ecco i numeri: su un totale di 9,7 milioni di euro ad oggi, sono stati erogati alle famiglie 6,7 milioni (corrispondenti al 78,2 per cento); ma dalle famiglie sono stati restituiti 1,5 milioni, mentre da attività sociali sono stati recuperati 68.400 euro. ci sono ancora risorse disponibili.
L’iter del “prestito sociale” ha avuto come misura preliminare un bando regionale per i soggetti del terzo settore cui hanno partecipato, presentando propri progetti di “ascolto” varie associazioni – Caritas toscana, ARCI, Misericordie, Pubbliche Assistenze, Fondo Vivere (Versilia), Salve! Health To Share Onlus (zona Fiorentina Sud/Est) e Amici di Essere, Nosotras, Adra (Città di Firenze).
Da ciò è nata la rete territoriale di 300 Centri di Ascolto nei quali ben 600 volontari hanno accolto, sostenuto le persone, le famiglie in situazione di bisogno costruendo con loro percorsi personalizzati al fine di aiutarli ad uscire da situazioni di momentanea difficoltà. I progetti delle associazioni approvati sono stati 41 (21 quelli della Caritas), ciascuno con un finanziamento fino a 150 mila euro, che hanno coperto l’intero territorio regionale. A tutt’oggi risultano in totale 6.295 domande presentate ai Centri di ascolto, di cui 3.479 approvate, 3.380 finanziate, 1.591 respinte e 1.225 in lista di attesa (o per richiesta di integrazioni alla domanda o per mancanza risorse).
“Ritengo che per il prestito sociale possiamo parlare di progetto riuscito – aggiunge l’assessore regionale – anche grazie alla rete di associazioni messa in piedi, che pur avendo estrazioni diverse, sia laiche che religiose, sono riuscite a condividere il patrimonio culturale e di esperienze acquisito negli anni e a metterlo a disposizione per funzioni sociali. Pensiamo pertanto di prolungare i tempi di scadenza del progetto e di trasformare i soldi restituiti in una sorta di fondo di rotazione che consenta alle associazioni di erogare ulteriori prestiti. Inoltre la rete omogenea di centri di ascolto, nei territori in cui ancora vi siano risorse economiche, deve utilizzarle anche per aiutare altri centri che hanno ancora domande in giacenza ed hanno già esaurito le risorse”.
A fare il punto sul progetto hanno contribuito anche i rappresentanti delle varie associazioni di volontariato attive nei centri di ascolto intervenuti oggi in Sala Pegaso: Alessandro Martini (Caritas Toscana), Luigi Remaschi (Pubbliche Assistenze), Gianluca Mengozzi (ARCI Toscana), Andrea Panelli (Misericordie) e Laura Zecchi (AUSL Centro SdS Fiorentina Nord Ovest). Tutti hanno sottolineato l’importanza di questo tipo di progetto, grazie a caratteristiche come le positive contaminazioni che si sono create tra i vari soggetti e il rapporto di accompagnamento e fiducia, come ha detto Martini, che i volontari sono riusciti a instaurare con le famiglie e le persone iin stato di difficoltà. Si sono venuti anche a creare dei presidi sociali che hanno contribuito a farci capire le situazioni territorio per territorio.
Ed ecco chi può fare domanda di prestito sociale: ai centri di ascolto possono rivolgersi cittadini maggiorenni, residenti in un Comune toscano, che non abbiano condanne definitive di un certo tipo (associazione di tipo mafioso, riciclaggio, impiego di denaro e beni di provenienza illecita), che abbiano ISEE non superiore a 15mila euro, che siano cittadini europei oppure siano in possesso di carta di soggiorno o di regolare permesso di soggiorno. Dopo aver valutato la situazione familiare i volontari dei centri d’ascolto, che svolgono anche attività di tutoraggio e di accompagnamento per garantire un uso consapevole del denaro, decidono se concedere il prestito, che dovrà essere restituito entro un massimo di 36 mesi. Al beneficiario viene richiesto di essere parte attiva e propositiva nel superare le momentanee difficoltà economiche, personali o della propria famiglia. La restituzione del denaro può avvenire, in alternativa a quella rateale prevista dal piano personalizzato, anche attraverso lo svolgimento di attività socialmente utili.
Ancora un’annotazione emerge dalle tabelle che segnalano le tipologie di bisogno: il problema principale delle famiglie con o senza minori e anche di quelle composte da un genitore solo, è l’insufficienza di reddito che rende problematico o impossibile giungere al pagamento dell’affitto per l’alloggio.