Presidio per Singh, Marasco (Cgil): “Legge criminogena che costringe il lavoro all’illegalità”

,”Caporalato e sfruttamento anche in Toscana, cancellare la Bossi Fini””

Firenze – “I migranti come me hanno un’idea particolare dell’Italia”. Lo dice Waqar Khalid, 34 anni, pakistano, riferendosi a Satnamn Singh, 31 anni, il lavoratore scaricato come un sacco davanti a casa senza il braccio perduto in un incidente mentre lavorava, ma anche a se stesso, uno di quelli che ce l’ha fatta: ora lavora come mediatore culturale alla Cgil. “Il viaggio che facciamo è terribile, servono anni per tornare normali. La fragilità si accentua. Ciò che si subisce è ancora peggio, accentua le fragilità “. In altre parole, l’Italia vissuta come il paese dei diritti da parte di chi diritti non ha in patria, diventa un incubo mortale. .Lo dice al presidio che si è tenuto stasera a Firenze , organizzato dalla Cgil e con la partecipazione di una gran quantità di sigle, in concomitanza con la manifestazione di Latina,

Sulla presenza del caporalato nel nostro Paese e anche nella nostra Regione,“Ci troviamo di fronte a lavoratori che hanno paura a denunciare per perdere anche quei pochi soldi che prendono piegandosi ai soprusi sul lavoro. Abbiamo – dice Francesco Baccarelli segretario generale della Flai CGIL di Firenze – aperto una sezione per il lavoro agricolo di qualità, per lottare contro questa piaga che si sta allargando anche nella nostra Regione”. Perché non siamo in un’isola felice, anche in Toscana. “Purtroppo anche nella provincia di Firenze per quanto riguarda il settore agricolo, non sono mancati casi di sfruttamento e caporalato e tutt’oggi permangono situazioni che rendono questa piaga fertile”.Del resto, negli ultimi anni sono aumentati “gli appalti verso aziende agricole senza terra (cioè società o cooperative o persone fisiche iscritte come piccole società agricole agricole, fanno servizi di appalto alle aziende agricole che hanno viti e colture), ormai in maniera strutturale per determinate lavorazioni”. Ed è questo l’ingresso privilegiato per quanto riguarda l’introdursi anche sul nostro territorio , nel settore agricolo, del caporalato e dello sfruttamento lavorativo. ““Va cancellata la #BossiFini, dobbiamo lavorare tutti insieme, sindacato, associazioni datoriali, enti preposti e istituzioni del territorio per promuovere situazioni di legalità e dignità umana”.

Il silenzio assordante che si stende su questo tipo di situazioni è “quello che vuole un sistema di schiavitù e razzista. La vita non conta niente – dice Emi della Comune – se sei donna e migrante”. E dunque,, “È necessario entrare in un mondo della vita”. Parlando della manifestazione nazionale, odierna, Emi commenta: “Dovrebbe essere occasione di dimostrazione di una cultura solidale e accogliente, contraria a quella del governo”. .

“il problema è presente in tutti i settori, dal manufatturiero , al terziario, alla logistica – commenta Bernardo Marasco, segretario della Cgil Firenze – Abbiamo una condizione legislativa criminogena, che conduce a lavorare solo in condizioni di illegalità. Ciò che produce è un esercito di riserva scientemente creato per indurre a una diminuzione del costo del lavoro”. Creando una vera concorrenza sleale che conduce le imprese legali a uscire dal mercato e abbassa la qualità del lavoro e del prodotto”. il prezzo, carissimo, di questo meccanismo è il prezzo altissimo che si fa pagare a queste persone- Abbattere il maglio di un “esercito di riserva” di poveracci impigliati nella Bossi – Fini senza speranza di sganciarsi su un’economia di mercato, rende infatti il mercato falsato e insostenibile per chi vorrebbe svolgere la propria attività secondo le regole. E il prezzo è altissimo: secondo i sindacati, nei campi italiani lavorano oltre 200mila invisibili, ovvero lavoratori che sono sia al nero, che senza permesso di soggiorno. Impossibile rilevarli, compaiono solo qualche volta, quando muoiono e non si fa in tempo a “cancella re” anche la loro morte. La oaga? Circa 30 euro al giorno. Ore di lavoro? Fino a 14. Inutile dire che non è prevista malattia, ferie, ecc. Dei soldi che vengono guadagnati, una parte va ai caporali. Se l’azienda fornisce anche un tetto sulla testa, spesso è un tugurio, a volte senza neppure i servizi essenziali. e anche per quello, si paga. Nel nostro territorio, grande scalpore mediatico hanno destato le battaglie dei SiCobas a Prato, che hanno portato alla luce un sistema di sfruttamento intensivo del lavoro che durava da anni. E sulla questio,e non ha voluto mantenere il silenzio il presidente Sergio Mattarella, che nel corso delle celebrazioni del 160esimo della CRI ha voluto esprimere la condanna più ferma allo sfruttamento del lavoro e al caporalato, ricordando il giovane lavoratore indiano, vittima di “una forma di lavoro che si afferma con caratteri disumani”. Lo sfruttamento del lavoro ” dei più deboli e indifesi” affiora “con modalità e condizioni illegali e crudeli. Fenomeno che, con rigore e fermezza, va ovunque contrastato, eliminato totalmente e sanzionato, evitando di fornire l’erronea e inaccettabile impressione che venga tollerato ignorandolo”.

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