Presidio per la Casa, “Utilizzo degli edifici pubblici dismessi a fini abitativi”

Firenze – Un presidio che ha riempito via Cavour, circa un centinaio i presenti, per ricordare, fra la Prefettura e la sede del consiglio regionale, l’emergenza abitativa che affligge Firenze. I numeri non cambiano, e nonostante gli interventi messi in atto da Regione e in parte dal Comune, la scarsità di risorse da un lato e la mancanza di “volontà politica”, come spiegano i partecipanti alla manifestazione dall’altro, hanno fatto in modo che il problema, ben noto da anni, arrivasse a un punto critico che rischia di trasformarlo in una vera e propria bomba sociale. All’iniziativa, organizzata dalla Rete Antisfratto cui aderiscono il Movimento di Lotta per la Casa, Resistenza Casa-sportello solidale, Gruppo Casa Campi Bisenzio,  e da Ogni Giorno Primo Maggio, ha visto la presenza di Cobas e Unione sindacale di Base, presente anche l’Unione Inquilini.

Sono tante, le storie che si avvicendano al microfono, tanti gli appelli e le richieste. “Perdere la casa, non vedere rispettato un diritto fondamentale come l’abitare, porta con se’ conseguenze devastanti, a cominciare dall’impossibilità di mantenere il lavoro, di avere ricovero per i propri figli, fino all’innalzamento concreto di deterioramento spesso irreversibile della propria salute – dice Marzia Mecocci, del Movimento di Lotta per la Casa – il diritto all’abitare è fondamentale per la crescita e lo sviluppo della persona, per condurla a godere di quella parità di chances di cui parla la Costituzione quando decreta la rimozione degli ostacoli sulla via della lotta alle disuguaglianze. eppure, proprio il diritto alla casa è stato soffocato fino ad ora sotto una coltre di vergognoso silenzio, in cui, fra le poche voci che si levavano, erano rimaste le noste. Ignorate, spesso anche trattate con sufficienza. Ed ora, è necessario agire e in fretta, se non si vuole che questa patologia perniciosa continui ad allargarsi, coinvolgendo sia fasce sociali che comunità che si ritenevano al sicuro rispetto al problema casa. Per fare un esempio, lavoratori con stipendi troppo bassi o comunità come quella peruviana, finora capace di fronteggiare l’emergenza abitativa svolgendo piccoli lavori che, con la crisi e la povertà degli stipendi, s stanno rivelando isnufficienti a fronte di affitti gonfiati enormemente dal problema del turismo e della speculazione. Non solo in centro storico, ormai è così dovunque, il mercato drogato degli affitti sta coinveolgendo anche le zone periferische della città e addirittura i comuni di cintura”.

Le richieste, le ricorda a microfono Sandro Targetti, della Rete Antisfratto: “Il governo Meloni spende miliardi per la guerra, ma taglia il reddito di cittadinanza e il contributo affitti. La risposta al problema casa è attuato solo attraverso ufficiali giudiziari e polizia, inviati anche senza preavviso, ultima novità delle ultime settimane. La città turistificata e in vendita non contempla più i cittadini. Eppure le case ci sono, nessuno deve irmanere indietro o finire per strada”.

Ciò che serve, concordano tutti gli interventi, è un Piano Straordinario per la Casa, per impedire che ogni sfratto divenga un dramma sociale. Perciò, ecco ciò che i movimenti e le associaizoni chiedono: un forte aumento delle case popolari, ad esempio riconvertendo alla bisogna tutti gli edifici pubblici dismessi magari anche con l’utilizzo dello strumento dell’autorecupero, blocco delle operazioni speculative, assegnazione dei circa 800 (il numero è comunque sottostimato) alloggi Erp vuoti nella sola Firenze, e utilizzo di almeno una parte dell’enorme patrimonio privato sfitto.

“E’ necessario anche l’intervento dello Stato, per quanto riguarda l’affitto sociale per chi non riesce a stare al passo col caro affitti e col carovita, un concreto sostegno al reddito per chi non arriva in fondo al mese – si legge nel volantino – oltre al taglio delle spese militari e a una forte tassazione per le grandi ricchezze, dalle grandi proprietà immobiliari alle grandi rendite finanziarie”.

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