Sicurezza sul lavoro, “Inaccettabile che la morte sia un prezzo da pagare”

Firenze – Un folto presidio si è tenuto oggi pomeriggio 23 febbraio in via Cavour a Firenze su di un tema antico e mai come ora attuale, vale a dire la sicurezza sul lavoro. Un tema che, a un anno dal paziente numero 1 che annunciò lo scatenarsi della pandemia, è ancora più evidente che mai, causa “il numero enorme di “omicidi bianchi”, per colpa dei contagi da Covid sui posti dilavoro e per un numero enorme di incidenti e di infortuni, che sta costando la vita a migliaia di lavoratrici e lavoratori. Una strage che in Toscana ha visto negli ultimi mesi un incremento inaccettabile, anche per colpa di protocolli di sicurezza e misure di prevenzione, inefficaci e spesso adulterati”, si legge nella nota che viene distribuita. Un tema, quello della sicurezza sul lavoro, che non guarda solo alla pandemia, ma che ha visto dall’inizio dell’anno al 17 febbraio, un vero e proprio stillicidio di morti sul lavoro in incidenti: 73 in Italia, 9 nella sola Toscana.

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“Nonostante l’aumento della disoccupazione e l’assenza per Cig, aumentano non solo gli incidenti sul lavoro, ma anche le morti per infortuni e malattie – dicono dal presidio – conseguenze dei continui tagli al personale, alla manutenzione, ai controlli, all’omissione delle misure di sicurezza. Il tutto avviene in una logica che vede come priorità il profitto sulla sicurezza, i soldi sulla salute, le leggi del mercato sulle vite dei lavoratori”. Una denuncia che riguarda un sistema generale di produzione e priorità, nonchè di redistribuzione della ricchezza, che aggancia in un unico filo le mancanze di manutenzione e controlli che si risolvono nelle stragi più o meno deflagranti ma sempre disumane: da quella di Viareggio, alla strage protratta dell’Ilva, al ponte Morandi di Genova, fino agli operatori sanitari decimati dal Covid, fino alle devastazioni ambientali che si risolvono in scrisi sanitarie, via via per giungere ai 73 morti di mal lavoro dei primi mesi del 2021, ai 9 morti toscani di queste ultime settimane.

“Non si può e non si deve accettare che le morti per malattie da e per lavoro non possano essere evitate, che gli incidenti debbano accadere, che tutto ciò sia un prezzo da pagare per poter lavorare”, concludono i partecipanti al presidio, “a nome di tutti i lavoratori”.

L’iniziativa è stata organizzata da Ogni Giorno è il Primo Maggio, rete di associazioni, sindacati di base, movimenti e partiti. Il prossimo appuntamento,  il 20 marzo accanto alla sede di Confindustria, presidio per il “diritto al lavoro e al reddito, proroga del blocco dei licenziamenti e degli sfratti, riduzione dell’orario di lavoro a parità di stipendio, reddito universale, pensione per tutti a 60 anni”.

Foto: Luca Grillandini

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