Presidio edili, “Giù posti di lavoro e imprese, in aumento solo gli infortuni”

Firenze – Presidio stamattina degli edili, in piazza Bambini e Bambine di Breslan a Firenze. Protesta che potrebbe essere solo un primo passo, organizzata a livello nazionale dai sindacati Cgil, Cisl e Uil. Protesta che si attesta sui dati: in Toscana, da nove anni (in linea con i risultati nazionali) i segni del settore sono tutti negativi. E ciò che raccontano non è affatto incoraggiante: intanto, rispetto all’anno scorso, le imprese attive sono calate del 2%, non si arresta lo stillicidio di lavoratori iscritti nelle Casse edili, che ad oggi risultano ridotti a circa 30 mila, il che significa la metà rispetto a quando le costruzioni erano un volano per l’economia nazionale.

E a Firenze? La mobilitazione di oggi riguarda anche la questione dei lavoratori fiorentini, ad esempio quelli impiegati negli appalti della manutenzione della rete idrica ed elettrica. Il nodo, in questo caso, ruota attorno alla mancanza della clausola sociale nei cambi di appalto; mancanza che mette a rischio decine di posti di lavoro.  Ma nubi temporalesche si addensano anche sugli operai della Tav, il cui cantiere fiorentino giace in stallo e che, ricordano i sindacati, “vedrà a fine anno terminare un lotto di avanzamento dei lavori, senza ancora sapere nulla della sorte che toccherà, dal giorno dopo, a 25 operai”.  Tramvia, anche qui si pone il problema delle maestranze: “I lavoratori sono attesi da uno sforzo importante nei prossimi mesi per consegnare in tempo l’opera – dicono i sindacati – chiediamo che gli operai, terminati i lavori, vengano rioccupati: sono circa 200 maestranze, sarebbe opportuno pensare anche a meccanismi di premialità per il raggiungimento degli obiettivi vista l’importanza strategica dell’opera”. E la proposta viene lanciata, a livello cittadino: “Serve un protocollo di appalti a livello di Città metropolitana con clausole sociali che garantiscano occupazione, sicurezza sul lavoro, regolarità”.

edili 4Un altro segnale inquietante, anche a livello toscano, è il dato delle partite iva: “per la prima volta – dicono i sindacati – e per tre trimestri consecutivi il lavoro cosiddetto indipendente (partite iva) supera il totale dei lavoratori dipendenti. Già nel quarto trimestre 2016 i lavoratori dipendenti sono scesi a circa 49 mila unità contro le 52 mila delle partite iva, trend che prosegue tutt’oggi”. Tuttavia, chiriscono dai sindacati, ciò non singifica affatto che dimnuiscano i lavoratori dell’edilizia. Il fenomeno , spiegano le parti sindacali, “nasconde un escamotage messo in pratica per continuare ad utilizzare manodopera senza i ‘vincoli’ di un rapporto di lavoro dipendente”. Sempre sulla china di cercare strade “laterali”, nel settore “si registra il ricorso a contratti diversi da quello dell’edilizia, vedi il multiservizi o il metalmeccanico perché meno onerosi determinando il cosiddetto dumping contrattuale”. Si tratta, dice a chiare lettere il sindacato, di espedineti estremamente pericolosi per il settore e “estremamente dannosi per il lavoratore, da tutti i punti di vista: della retribuzione, dei contributi previdenziali, della sicurezza e per la mancata formazione obbligatoria in edilizia prima di entrare nei cantieri”. Tant’è vero che sono aumentate anche le denunce di infortuni sui cantieri, senza contare quelli “invisibili”: le denunce di infortunio sono passate da 2081 tra gennaio e settembre 2016, a 2162 nello stesso periodo del 2017, con un aumento di quasi il 4% concentrato oltre i 55 anni.

edilizia 2Non solo: intanto, solo in Toscana, sono in 50mila ad aspettare il rinnovo del contratto collettivo nazionale, attesa che dura da un anno e mezzo. e la moblitazione di oggi non è che l’antipasto rispetto allo sciopero nazionale che si terrà il 18 dicembre prossimo, come hanno ricordato i tre Segretari Generali di Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, Feneal Uil Toscana (Ernesto D’Anna, Simona Riccio, Giulia Bartoli, aggiungendo: “In questi giorni siamo tutti impegnati ad illustrare le nostre rivendicazioni: lavoro, contratto, salute, pensioni sono i temi al centro della mobilitazione”.
Spazio anche alle proposte, nelle mobilitazioni che si stnano susseguendo in tutta Italia: ad esempio, gli aumenti salariali “in linea con gli altri settori”, caldeggiati dai rappresentanti sindacali sia per la loro funzione di recupero della capacità d’acquisto perduta, sia anche in funzione di una ripresa dei consumi del Paese, ma anche la “difesa e riforma delle Casse Edili a tutela di tutti i lavoratori (operai, impiegati, eccetera)”.
In Toscana, del resto, negli ultimi 3 anni la scuole edili hanno formato più di 35000 addetti, dalla formazione specialistica a quella obbligatoria dalla sicurezza alla formazione d’ingresso. Un’operazione, quella della formazione, che i sindacati giudicano imprescindibile dal mestiere, in particolare guardando al futuro, in cui sempre più l’edilizia dovrà rivolgersi a campi fino ad ora ben poco esplorati, come rigenerazione urbana, sostenibilità, bioedilizia.

Altro punto qualificante della mobilitazione è la lotta al lavoro nero, la concorrenza sleale e la già citata attenzione alla sicurezza. Tema, quest’ultimo, che è inevitabilmente legato a quello della salute e prevenzione, soprattutto con riguardo a quella fascia di età più a rischio infortuni che si colloca al di sopra dei 55 anni. “Chiediamo la creazione di un Fondo Sanitario Integrativo Nazionale per tutelare sempre di più il diritto alla salute e alla prevenzione, e il potenziamento del Fondo integrativo per il Pensionamento anticipato, dando la possibilità a chi svolge lavori gravosi di andare in pensione prima e creare così occasioni di lavoro, di qualità, per tanti giovani”, è la richiesta dei sindacati.
Obiettivi che contemplano anche i casi dei lavoratori che hanno avuto una storia professionale discontinua, per i quali viene chiesto il diritto a una pensione “dignitosa” che li sottragga al rischio di vita che tutti i giorni incontrano, quando si arrampicano, magari passato il mezzo secolo, sui ponteggi.

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