Firenze – Si è tenuta ieri 26 settembre, a Castello, la cerimonia del Premio Lorenzo Bargellini 2020, che torna in presenza dopo le limitazioni dovute alla pandemia. Nel corso della cerimonia, che si è svolta presso la Casa del Popolo di Castello in via Reginaldo Giuliani, l’associazione Un Tetto sulla Testa, fra gli organizzatori dell’evento, ha illustrato lo stato dell’arte e il significato sociale, politico ed economico dei vari progetti di autorecupero intrapresi in questi anni.
ll Premio, voluto dalla famiglia Bargellini, con la Fondazione Giovanni Michelucci, l’Archivio Il Sessantotto, la Rivista Cambio, l’Istituto Ernesto De Martino e i Cobas, è alla sua seconda edizione e come alla nascita, ha visto una grande partecipazione. L’iniziativa continua a mostrarsi insostituibile nell’ assolvere al ruolo di far emergere straordinarie analisi e studi portati nel cuore dei disagi e delle nuove problematiche della socialità. La seconda edizione ha visto attribuire la palma a “Spazi di desiderio. Adolescenza nel post-sisma aquilano”, la tesi di dottorato in Storia, Antropologia, Religioni (Curriculum Antropologia) all’Università di Roma La Sapienza, di Rita Ciccaglione.
La motivazione per l’attribuzione del Premio: “per la messa a fuoco originale del tema delle vecchie e nuove pratiche dell’abitare in un contesto fortemente sfidante quale quello del post- terremoto aquilano che ridefinisce fragilità sociali, disequilibri di potere e relazioni di disuguaglianza; per uno sguardo etnografico fertilizzato dalla letteratura interdisciplinare attraverso il quale il lavoro propone una diversa considerazione dei soggetti e della loro capacità di autorganizzazione, prospettando originali proposte di intervento; per l’accuratezza metodologica e la sapiente conduzione del lavoro sul campo”.
Verena Lenna, “The project of property as emancipation. A Community Land Trust in Brussels”, Doctor of Urbanism (PhD) and Doctor of Engineering Science (PhD): Architecture, Università IUAV di Venezia e Katholieke Universiteit Leuven.
Motivazione: per “le premesse e le finalità della ricerca, così come per il ruolo e la prospettiva militante della scrivente; per il contributo offerto alla comprensione del processo di sviluppo del quartiere disagiato di Molenbrok” nella città di Bruxelles; per l’articolazione del rapporto tra proprietà ed emancipazione, anche attraverso una analisi storica sulla evoluzione delle categorie ad esse collegate.
Roberta Pacelli, Il planner, la tartaruga e l’altro. Disobbedienza ed azione pubblica ai margini dello sviluppo urbano, Tesi di dottorato Curriculum di Pianificazione territoriale e politiche pubbliche del territorio, Università IUAV di Venezia.
Motivazione: per l’approfondita analisi critica dei modelli di progettualità urbana nei contesti di forte marginalità sociale, per la coerente lettura, durante una difficile esperienza di attivismo, di un territorio urbano sgretolato e sregolato, ben indagato nella sua complessità di forme plurime e complesse di subalternità sistemica, per la capacità di interrogarsi su processi e strumenti che possano facilitare l’espressione di domanda politica da parte di soggetti sociali deprivati dei loro diritti.
Giacomo Pozzi, La centralità dei margini. Politiche dell’abitare e pratiche di ospitalità nella Milano contemporanea, Dottorato di Ricerca in Antropologia Culturale e Sociale, Università di Milano-Bicocca.
Motivazione: per aver posto al centro della questione dell’abitare urbano, nel caso specifico della città di Milano, il tema degli sfratti, affrontandolo con un apparato teorico solido, ma soprattutto attraverso una ricerca etnografica posizionata e impegnata, capace di rendere conto delle numerose sfaccettature del fenomeno. Fornendo elementi di comprensione delle politiche abitative, lo studio rappresenta un valido esempio di possibile applicazione dei risultati di una ricerca al campo della politica.
La Commissione giudicatrice del Premio è composta da Donato Bargellini, Dimitri D’Andrea, Corrado Marcetti, Salvatore Palidda, Angela Perulli, Sabrina Tosi Cambini.