Una start up italiana applica l’intelligenza artificiale alle mammografie e vince un riconoscimento internazionale. E’ la riprova che le grandi dissertazioni in corso intorno all’Intelligenza Artificiale appaiono castelli in aria quando ci si trova di fronte alla concretezza di una buona idea – umana – che utilizza lo strumento dell’Intelligenza Artificiale per raggiungere un obiettivo. In questo caso nel campo della salute e più precisamente della prevenzione. Con questa alleanza tra la competenza dell’uomo e le opportunità della “macchina”, la startup italiana Aigea Medical ha vinto il premio Global Pitch Sprint al Web Summit di Lisbona, la fiera internazionale delle nuove tecnologie che si è appena conclusa nella capitale portoghese.
Aigea Medical, di Carlo Aliprandi e Federico Picardi, era stata selezionata da Ice tra le migliori start up italiane emergenti. A Lisbona ha ottenuto il prestigioso riconoscimento tra migliaia di aziende provenienti da tutto il mondo, vinto con la presentazione del sistema DeepMammo, che consiste nell’applicare l’Intelligenza artificiale allo screening dei tumori al seno. Il concorso, organizzato da Startup Portugal con la partecipazione di diversi Paesi europei più il Brasile, consiste nel presentare giornalmente, attraverso un breve discorso, un pitch di non più di tre minuti, un nuovo prodotto capace di risolvere un problema.
Quei tre minuti sono stati sufficienti per far comprendere alla giuria la valenza di una scoperta di questo tipo, del resto facilmente intuibile. E infatti il premio “Global Pitch Sprint” è stato assegnato ad Aigea Medical per l’impatto sociale che DeepMammo può avere a livello globale.
Il sistema è passato da una fase di apprendimento, in cui l’algoritmo brevettato da Aigea ha letto migliaia di mammografie, ha imparato a riconoscere le forme tumorali e così è in grado di generare una traccia del referto medico. In questo modo è possibile ridurre a pochi secondi una diagnosi che al momento dura settimane, riducendo i tempi, i costi e soprattutto l’angoscia delle donne che attendono una diagnosi: “Ma l’obiettivo a lungo termine – sottolinea Federico Picardi – è arrivare alla predizione delle malattie. Raccogliendo un’enorme quantità di dati, infatti, il sistema sarà in grado di prevedere con largo anticipo la formazione di un tumore. DeepMammo si trova ora nella fase MVP (Minimum Viable Product) ed è in cerca di investitori. Per questo motivo un premio internazionale come questo può essere di grande importanza”.
I due cofondatori di Agea Medical hanno solide competenze alle spalle per poter mettere a frutto le opportunità dell’IA: Federico Picardi, esperto di marketing digitale con oltre 20 anni di esperienza, è laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni. Federico ha frequentato l’AI Executive Program presso il Massachusetts Institute of Technology di Boston. Il suo sogno è sempre stato quello di applicare l’IA alla ricerca medica e con DeepMammo ha iniziato il cammino con una sperimentazione di successo. Carlo Aliprandi, laureato in Informatica, è un esperto aziendale di IA, con oltre 25 anni di esperienza professionale nel settore sanitario e in particolare nella radiologia.
D. Federico Picardi, come nasce questa start up?
R. “L’idea che ha portato a DeepMammo ha circa cinque anni ed è frutto di un’intuizione di Carlo Aliprandi, informatico che ha lavorato per quasi 30 anni decenni sui sistemi di refertazione nelle radiologie di mezza Italia. Ci siamo incontrati nel 2020, io avevo appena finito il programma di studi al MIT ed avevo come obiettivo l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale ai settori medico e nell’agricoltura, sia per interesse personale ma anche per una spinta etica che, secondo me, deve essere sempre ben presente nello sviluppo dell’AI. E salute ed alimentazione sicuramente sono settori nei quali l’impatto sociale è molto forte”.
La ricerca ha sempre bisogno di essere finalizzata a raggiungere alcuni obiettivi. I vostri erano già chiari in partenza?
“La startup AIGEA Medical l’abbiamo fondata nel 2022. E il primo obiettivo, subito definito, era l’applicazione delle tecnologie di IA agli screening mammografici, per essere a supporto di radiologi e senologi nell’individuazione delle forme tumorali del seno. Trattandosi di uno screening di massa, quindi un grande volume di esami fatti spesso con tecnologie a bassa definizione, quello che abbiamo voluto realizzare è uno strumento che accorciasse drasticamente i tempi delle diagnosi comunque mantenendo o addirittura aumentando l’accuratezza della diagnosi”.
Quanto può contare una tecnologia digitale evoluta come l’Intelligenza Artificiale, in Medicina e comunque nel campo della sanità?
“L’AI nella Medicina è una chiave di svolta in ogni declinazione, nelle simulazioni, nella diagnostica, nella prevenzione e soprattutto, quando potremo avere a disposizione finalmente quantità importanti di dati di pazienti e patologie, nella predizione della nascita e dell’evoluzione delle patologie. E tutto questo in maniera veramente importante con profonde conseguenze anche nella modalità della professione. Quello che io e Carlo diciamo sempre è che l’AI non sostituirà i medici,
i giornalisti, gli ingegneri o i grafici ma farà andare avanti e crescere quelli che faranno il proprio lavoro con il supporto dell’AI.
Avete già un quadro per un possibile utilizzo di DeepMammo nelle strutture sanitarie?
R. “Al momento abbiamo brevettato in Italia (con estensione richiesta per EU e USA) l’algoritmo e la tecnologia. Abbiamo fatto una validazione in laboratorio al CNR di Pisa e abbiamo già disponibile un MVP (Minumum Viable Product) che stiamo collaudando in alcune cliniche, la maggior parte, purtroppo, all’estero. Il prossimo step è quello di iniziare il percorso di validazione clinica, motivo per il quale eravamo a Lisbona al Web Summit ad incontrare investitori corporate, venture capital e cogliere opportunità, e ce ne sono molte, per aprire una sede in un altro Paese. Abbiamo incontrato i referenti governativi di alcuni Paesi che ci hanno illustrato le condizioni veramente attrattive che offrono alle startup. Non solo di detassazione e finanziamento ma di cittadinanza digitale, accesso diretto e semplificazione di tutta la burocrazia, addirittura accesso e semplificazione di tutta la parte normativa relativa all’utilizzo dei dati (quindi GDPR, privacy,etc…) che sono “la benzina” dell’AI che da questi dati deve imparare. E per noi che lavoriamo sulla AI questo è il punto principale”.
La speranza è che questi punti già chiari all’estero per estendere e valorizzare la ricerca applicata con utilizzo di Intelligenza Artificiale siano comprese anche nel nostro Paese, prima possibile.
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