Prato, prime prove di ripartenza per il distretto produttivo

Prato – Apertura in deroga da mercoledì 15 aprile per quelle aziende del distretto pratese che ne faranno richiesta tramite Pec alla Prefettura, come previsto dal DPCM.

Ma i tempi per Prato potrebbero allungarsi a seguito del cambio al vertice di via Cairoli. È di pochi giorni fa la notizia del trasferimento con delibera approvata dal Consiglio dei Ministri su proposta del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese della dottoressa Rosalba Scialla che da Prato andrà alla  prefettura di Pavia.

A lei subentra martedì 14 aprile la dottoressa Lucia Volpe, napoletana che di fatto cesserà la posizione di fuori ruolo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, con incarico di Rappresentante del Governo per la Regione Sardegna.

Intanto un cauto ottimismo si fa strada tra gli addetti del settore manifatturiero pratese che seppur non cantando vittoria tuttavia si sono visti in parte accogliere le loro richieste, in nome della sicurezza ed anche perché il territorio toscano non ha registrato casi da Coronavirus eccezionali.

E così per le attività che restano sospese sarà comunque possibile entrare in azienda per vigilanza o manutenzione, per la gestione dei pagamenti (a partire dalle buste paga) e per la sanificazione. Si potranno anche spedire e ricevere merci, tutto previa comunicazione al Prefetto. E le nuvole nere che minacciose apparivano all’orizzonte per i titolari delle aziende tessili pratesi paiono ora diradarsi anche perché circola insistente una voce sulla probabile riapertura di tutte le ditte il 18 di aprile.

Dunque il grido d’allarme lanciato dall’imprenditore  pratese, già presidente di Pratotrade e titolare del lanificio Fortex,  Roberto Rosati, che aveva detto su queste pagine, “dobbiamo ripartire subito, altrimenti rischiamo di scomparire”, con una raccolta firme sulla piattaforma charge cliccando sull’hastag “il lavoro  è salute”, ha avuto i risultati sperati.

A seguito del suo appello infatti non sono mancati la richiesta del consigliere comunale di Italia Viva Giacomo Sbolgi di protocollare la domanda per capire se il sindaco abbia intenzione di convocare  un tavolo  con le parti sociali e associazioni di categoria affinché “il Comune di Prato assuma la regia sulla definizione delle linee guida, sulle dotazioni di dispositivi di protezione e garanzie sulle distanze di sicurezza  fra lavoratori “in modo da accelerare nei limiti del possibile la ripresa del distretto economico tutto”; dell’onorevole Antonello Giacomelli  che  ha chiesto la riapertura, in sicurezza, delle aziende tessili- Altrimenti all’emergenza sanitaria ne seguirà una economica e occupazionale ancora peggiore”; e del parlamentare pratese Giorgio Silli di “Cambiamo”, che ha scritto a Colao, il capo della task force per la ricostruzione: “Molte aziende hanno già superato il punto di non ritorno”.

 Spicca tra gli accorati appelli la lettera del Sindaco di Prato Matteo Biffoni, inviata lo scorso sabato  a Conte, che ha sottolineato l’urgenza di aprire le fabbriche del distretto pratese purché in sicurezza, con numeri e dati che non potevano essere ignorati dal governo.Un gesto importante che non è passato inosservato agli addetti della produzione del distretto tessile e allo stesso Rosati che ha dichiarato: “Quel che ho fatto è anche per dare voce ai miei  operai che mi chiedevano di poter tornare alle macchine. Non posso che congratularmi con il sindaco Biffoni, sempre disponibile a rispondere a me come a tutti. Mezza città ha il suo cellulare. Ed in questo particolare momento ha fatto l’unica cosa che poteva fare e bene. Qualsiasi altro gesto sarebbe stato incosciente”.

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