Prato, il vescovo Simoni pronto a lasciare

Mentre i giornali pratesi da alcune settimane hanno aperto, con molti abbagli,  la toto nomina per il nuovo vescovo di Prato, l’attuale, monsignor Gastone Simoni ha preso carta e penna e ha scritto una lettera a tutte le famiglie della diocesi che sarà distribuita dai parroci durante le varie benedizioni delle case che si terranno da qui a Pasqua.  “Dopo vent’anni di servizio episcopale a Prato – scrive il vescovo – son prossimo a lasciare la guida della Diocesi, avendo ormai raggiunto i 75 anni canonici. Come Vescovo emerito, resterò intimamente partecipe e legato alla nostra Chiesa pratese e a tutta la gente di questa terra, ovunque io vada a risiedere e a operare. Ma un altro Vescovo mi seguirà. E voi lo seguirete”. E’ una lettera commossa e forse anche sofferta, quella di un padre ai propri figli, “ho avuto a cuore la vostra vita e il bene di questa società, cercando di star vicino a più persone possibile, impegnato a togliere o almeno a diminuire pesi, sofferenze e ingiustizie e a far crescere la concordia, la fiducia, ‘la vita buona’ dei pratesi sul piano spirituale, morale e materiale”.  In quella linea spirituale che ha contraddistinto tutto il suo episcopato, ricordando di rimanere ancorati alla propria fede e di testimoniarla sempre, Simoni lascia questa eredita: “Non mettiamo mai a tacere la voce della coscienza; riconciliamoci tutti con Dio attraverso il Signore Gesù; viviamo in pace e in fraternità, contribuiamo a migliorare questo mondo”. Intanto la Santa Sede, attraverso il Nunzio Apostolico in Italia, l’Ambasciatore del Papa presso il Quirinale, ha già aperto le consultazioni, tra i vescovi toscani, il clero, i fedeli, e la società pratese, per individuare i nomi che saranno sottoposti, dalla Congregazione per i Vescovi, dove numero due da alcune settimane è un Arcivescovo nativo di Barga, provincia di Lucca, diocesi di Pisa, che istruirà i dossier dei candidati e che presenterà a Papa Benedetto XVI una terna di nomi dal quale scaturirà il nome del nuovo vescovo di Prato, che dovrà avere anche il nulla osta del Governo Italiano. Il nome potrebbe essere reso noto dal Vaticano contestualmente alla decisione del Papa di accettare le dimissioni, ad aprile, del vescovo Simoni, o nei mesi successivi.

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