Prato – Oggi il distretto tessile pratese ha finalmente ripreso, seppur con tutte le cautele richieste dal governo Conte, l’attività che era stata sospesa nel mese di marzo come da decreto a causa dell’emergenza Corona -Virus. Una scelta, quella della chiusura totale che sin dal primo momento aveva destato non poche perplessità tra gli imprenditori e gli stessi operai, viste anche le caratteristiche del comparto produttivo locale che a differenza di altre realtà industriali, era per sua conformazione in grado di adempiere alle richieste della messa in sicurezza degli impianti e dei lavoratori.
Da allora ad oggi, giorno dell’apertura, non sono mancati gli appelli della società civile, gli incontri congiunti tra governo, sindacati, realtà produttive e politici pratesi con a capo il Sindaco Matteo Biffoni al fine di trovare il modo per far ripartire il distretto tessile che registrava per lo stop danni incalcolabili in termini economici e di immagine.
Per Roberto Rosati titolare del lanificio Frontex che a suo tempo lanciò provocatoriamente fa una raccolta firme per la riapertura anticipate delle aziende: “È mancato soltanto buon senso e un pizzico di coraggio perché si poteva farlo succedere martedì 14 aprile invece di oggi».
Francesco Marini, vicepresidente di Confindustria Toscana Nord ha spiegato: “Quella di oggi è per Prato la giornata decisamente più vivace delle ultime settimane: sarà bello, l’inerzia non è nelle nostre corde. Alcune imprese, di tutti i settori ma per lo più produttori di tessuti e filati e meccanotessili, riapriranno a pieno titolo, con comunicazione alla Prefettura, avvalendosi dell’opportunità offerta dalla circolare ministeriale che definisce come strategiche le aziende prevalentemente esportatrici; assieme a queste, anche le loro rispettive filiere che potranno anch’esse comunicare alla Prefettura la ripresa dell’attività dichiarando la propria natura di fornitori delle imprese esportatrici.
Ma ci saranno anche aziende tessili che non rientrano in nessuna delle due categorie, rivolte prevalentemente al mercato interno e non fornitrici di aziende esportatrici, che potranno comunque avere una minima attività per la manutenzione e la conservazione dei materiali e dei semilavorati: sarà infatti in vigore anche l’ordinanza regionale che ha meglio regolato, rispetto al decreto governativo, questo tipo di attività. Insomma, in un modo o nell’altro domani la vita ricomincia. Non per tutti, purtroppo: qualcuno dovrà attendere il 4 maggio. Ma molti sì, dando il via alla sfida di una ripresa difficile e faticosa, ormai urgentissima”.
Sulla stessa linea il Sindaco di Prato Matteo Biffoni che non può che non ritenersi soddisfatto per l’importante obiettivo raggiunto: “Finalmente il Governo ha capito che bisognava tutelare le quote di mercato che abbiamo come distretto manifatturiero nello scenario internazionale. Oggi hanno riaperto i battenti molte imprese del distretto tessile. Dopo un lungo lavoro di concerto con tutte le categorie si è arrivati a un passo importante e che auspicavamo.
Le aziende della filiera che si sono impegnate ad osservare strettamente i protocolli sanitari di garanzia riavvieranno la produzione: tutte le aziende della filiera vocate all’export (ovvero con almeno il 51% di produzione destinata all’export) e tutte le altre imprese che riprenderanno le attività di manutenzione e messa in sicurezza delle lavorazioni e degli ambienti produttivi grazie all’ordinanza regionale. Lo speravamo, ci avevamo lavorato, ma abbiamo atteso la certezza della ricomprensione del nostro sistema economico. Prato si è fatta trovare pronta e lo sarà ancora di più dal 4 maggio quando tutte le altre attività del distretto potranno riprendere”.