Prato – La ricostruzione della Digos sull’aggressione subita da 15 operai in sciopero, aderenti a Si Cobas, e conclusasi con 4 di loro all’ospedale, parla di un vero e proprio “raid punitivo”, “organizzato in ambiti imprenditoriali”. Aggressione avvenuta, sempre secondo la polizia, con “modalità squadristiche”.
Gli operai, pakistani, erano in presidio davanti alla Dreamland, azienda tessibile gestita da orientali, quando furono aggrediti da una squadra di una decina di persone e colpiti con mazze e altri oggetti contundenti. Otto aggressori, cinesi, sono stati denunciati per lesioni.
Secondo la ricostruzione della Digos, nel pomeriggio dell’11 ottobre dieci persone arrivarono in auto di fronte alla Dreamland in via Galvani, nel Macrolotto 2 di Prato e si diressero verso il picchetto dei manifestanti impugando le mazze e altri oggetti consimili, iniziando a picchiarli. Dalle indagini, che, fanno sapere dalla polizia, sono ancora in corso al fine di identificare altri presunti responsabili, sarebbe emerso, secondo quanto spiegato dalla polizia stessa, che “la matrice della spedizione ai danni dei lavoratori sia individuabile negli ambiti imprenditoriali dell’azienda Dreamland” e di un’altra ditta, la “Gruccia creation” da “ritenere collegata alla Dreamland sotto l’aspetto della proprietà”. Controlli oggi per entrambe le aziende hanno rilevato che i cittadini stranieri trovati all’interno delle stesse erano in regola con il permesso di soggiorno.