Firenze – Il dato saliente che emerge dal 14esimo Rapporto sulle povertà nelle diocesi toscane, promosso dalla Caritas regionale e dal progetto Mirod con il sostegno della Regione Toscana della Caritas, è senz’altro che la povertà, una volta che ti ha afferrato, tende a cronicizzarsi. E’ stata la stessa Stefania Saccardi, assessore regionale al Diritto alla salute e al Welfare, a mettere il dito nella piaga, rivelando che “Da questo rapporto della Caritas, a cui la Regione contribuisce da molti anni, emerge tra l’altro un’estrema difficoltà ad uscire dal circuito dell’assistenza e su questo aspettiamo di vedere come il reddito d’inclusione potrà favorire una maggiore autonomia e quindi l’uscita da tale circuito”. Insomma, specifica ancora l’assessore, “ormai le persone che sono seguite dai servizi della Caritas, in relazione agli ultimi sei anni, sono molte di più di quelle che vi fanno ricorso per la prima volta. Questo vuol dire che c’è una grande difficoltà ad uscire dal circuito dell’assistenza. Ci auguriamo che il reddito di inclusione possa aiutare le persone a raggiungere uno stato capace di garantirne l’indipendenza economica”.
Di fatto, se la povertà in Toscana non è così terribile come in altre zone del Paese, tant’è vero che i dati sia assoluti che relativi si pongono al di sotto (e quindi sono migliori) della media nazionale, la situazione non può dirsi rosea. E uno degli strumenti su cui più intensamente si poggiano le speranze di potere fronteggiare in modo più significativo la situazione, è il reddito d’inclusione. Uno strumento che, si augura Saccardi, potrebbe “favorire una maggiore autonomia e quindi l’uscita dal circuito”.
Alla presentazione del rapporto 2017 svoltasi oggi, lunedì 4 dicembre, a Palazzo Sacrati Strozzi, assieme all’assessore regionale Saccardi, sono intervenuti monsignor Roberto Filippini per le Caritas toscane, il delegato regionale della Caritas Alessandro Martini, il coordinatore Francesco Paletti del progetto Mirod che ha curato il rapporto e Paola Garvin in qualità di dirigente del settore Welfare della Regione Toscana.
La mappa Toscana della povertà vede passare le persone che vivono in condizione di povertà assoluta dal 2 al 3,2 per cento dal 2007 al 2015, mentre in Italia, nello stesso arco di tempo, l’incidenza è passata dal 3,2 al 6,8 per cento; l’incidenza della povertà relativa, pari al 5 per cento, è circa la metà di quella italiana, pari al 10,4 per cento.
Secondo l’indagine Istat Eu Silc, inoltre, in Toscana la popolazione che vive in famiglie in stato di grave deprivazione materiale è il 7 per cento del totale, un’incidenza significativa ma nettamente inferiore alla media nazionale che è dell’11,8 per cento.
In linea generale, pur in un quadro contraddistinto da processi d’impoverimento delle famiglie piuttosto aggressivi, la Toscana si trova dunque in una condizione migliore rispetto alla media nazionale e di altre regioni italiane. Il che non significa che non manchino, in Toscana, dati che evidenziano situazioni di estrema gravità. Preoccupante, ad esempio, è il fatto che le famiglie in condizione di povertà assoluta, negli otto anni considerati, sono passate da quasi 32 mila a 53 mila circa per un incremento del 66,9 per cento ed i residenti complessivi da poco meno di 66 mila a quasi 120 mila con un aumento addirittura dell’82 per cento.
Interessanti, per capire la temperie sociale in cui tutto ciò avviene, i dati analitici sulle differenti voci relative al disagio sociale e alle povertà. Ad esempio, l’analisi fotografa un lieve aumento della disoccupazione, dal 9,2 al 9,5 per cento, con il 48 per cento dei disoccupati che risultano essere in cerca di un lavoro da oltre un anno. Poi la casa: in Toscana la percentuale di sfratti è più alta che in molte altre zone d’Italia, attestandosi oltre la media nazionale. Questo dato vale per gli sfratti sia emessi che eseguiti. Sul territorio regionale vi è uno sfratto emesso ogni 306 famiglie residenti, mentre a livello nazionale è emesso un provvedimento di sfratto ogni 399 famiglie. E per quanto riguarda gli sfratti eseguiti, a fronte di uno ogni 793 nuclei familiari per quanto riguarda il livello medio italiano, in Toscana ve n’è addirittura uno ogni 497 famiglie, a dimostrazione che la situazione complessiva, nelle diciassette diocesi toscane, è tutt’altro che favorevole.