Firenze – Istituito in Toscana il Tavolo regionale della Rete della protezione e dell’inclusione sociale, articolazione regionale dell’Alleanza contro la povertà nazionale, con l’obiettivo di condividere programmi, azioni e attività di contrasto del rischio di povertà ed esclusione sociale.
Ne fanno parte una quantità di soggetti, che stamani nella Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati, sede della giunta, hanno firmato un protocollo: Regione, Anci Toscana, Società della Salute, Conferenze dei sindaci, Zone distretto, organizzazioni sindacali, Tavolo regionale Alleanza contro la povertà, Caritas.
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha costituito la Rete della protezione e dell’inclusione sociale, organismo di coordinamento del sistema degli interventi e dei servizi sociali, tra le cui competenze rientra l’elaborazione del Piano nazionale di contrasto alla povertà. La Rete nazionale si articola in tavoli regionali, con l’obiettivo di riprodurre a livello territoriale i compiti della Rete nazionale, svolgendo quindi funzioni di programmazione, indirizzo, monitoraggio, valutazione degli interventi.
Il 3,8% delle famiglie toscane sono in povertà assoluta (media Italia 7,3%): circa 62.000 famiglie e 143.000 individui, numeri raddoppiati rispetto al 2008, ma che nel confronto nazionale mettono in rilievo una buona capacità di resilienza rispetto alla crisi economica in corso. La povertà è aumentata soprattutto per le famiglie con componenti in età da lavoro e con figli, mentre sembra aver risparmiato le famiglie con capofamiglia in pensione. Le tipologie familiari più colpite sono le numerose, le monogenitore, quelle con capofamiglia under 35, straniero o con titolo di studio basso. L’incidenza è massima in caso di disoccupazione ma nel 43% delle famiglie povere il capofamiglia lavora, a significare che l’assenza di lavoro non è l’unica faccia della povertà da considerare.
“Le stime Irpet – ha spiegato l’assessore al Diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi – ci dicono che con il Reddito di cittadinanza si copriranno 45.000 famiglie toscane. Secondo i dati del nostro Osservatorio sociale in Toscana le famiglie in povertà assoluta sono 62.000, quindi ne restano fuori 17.000. Questo perché il reddito di cittadinanza prende in considerazione solo indicatori economici, mentre sono tanti i fattori che contribuiscono a creare e alimentare una situazione di povertà”.
Una sfida che la Toscana ha colto è quella di una strategia regionale complessiva: all’acuirsi di situazioni di disagio economico e di esclusione sociale la Regione Toscana ha risposto approvando per la prima volta un Piano regionale di contrasto alla povertà, che prevede un programma triennale volto a ridurre le cause dell’impoverimento e a sost enere le persone nel percorso di uscita dalle condizioni di marginalità ed esclusione sociale, e mette a disposizione oltre 120 milioni, tra risorse regionali, statali e comunitarie, con l’obiettivo di promuovere un sistema regionale integrato finalizzato all’inclusione sociale.
La seconda sfida è quella di costruire il più possibile reti costituite da istituzioni e soggetti del Terzo settore: è questo il senso del Tavolo insediato stamani. E l’impostazione è quella di unire al sostegno economico anche la presa in carico delle persone, per sostenerle nel percorso di fuoriuscita dalla povertà: una presa in carico personalizzata, che era iniziata con il REI (Reddito di inclusione), e che nelle intenzioni della Regione deve essere proseguita anche nell’ambito della nuova misura del Reddito di cittadinanza. Il beneficio economico da solo non è sufficiente, così come la dimensione lavorativa non è la sola che può portare la persona ad uscire dalla situazione di povertà.
Le somme stanziate per la prima volta dal Fondo nazionale povertà e destinate al finanziamento del rafforzamento dei servizi per l’accesso e la presa in carico del REI ammontano per la Regione Toscana a 11.723.200 euro, già ripartiti tra le Zone distretto. Le quote destinate dal Fondo povertà nazionale per il rafforzamento dei servizi saranno confermate anche per il 2019 e 2020, per garantire in tutta la regione livelli essenziali di prestazioni.