L’uscita di Zingales a quattro giorni dal voto, suona come un atto di eutanasia elettorale. La scoperta che Giannino, suo co-fondatore di “Fare”, non ha il Master che aveva dichiarato pubblicamente a Repubblica, lo avrebbe sconvolto al tal punto da denunciare il terribile broglio.
I loro elettori, ora restano perplessi per una bordata di cannone che invece indirizzata ad altri vascelli e galeoni ha tirato giù la propria nave. Giannino è stato incauto, Master, o non Master, presso l’university of Chicago Booth, che sia. In questa Italia, punto puritana ma pronta al perbenismo di maniera, da tartufo, ha prestato il fianco al discredito. Il leader di “Fare” ora, si trova a rabberciare scuse non dovute che mostrano squarci alle sue vele di nuovo uomo nell’inquieto orizzonte politico. Il nostro è il paese del “foglio”, del titolo, del diploma, della laurea. Si confonde col merito, che a parte il meretricio, in Italia ha funzionato raramente e più diffusamente mimetizzato col clientelismo. Zingales, allora, ha deciso di ritenersi tradito e sdegnoso, ha pubblicamente denunciato il suo socio, da vero americano puritano. L’uomo è senza macchia e senza colpe, candido, per questo motivo è insopportabile che Giannino abbia non detto con chiarezza ai suoi elettori che egli non aveva ottenuto quel foglio presso la Chicago Booth, dove Zingales insegna. Soprattutto proprio perché Zingales insegna in quella università, questo lo doveva sapere anche prima. Potrebbe essere stato un tradimento? Il sospetto è plausibile.
Gli dei sorridono tra i calici d’ambrosia senza degnare di uno sguardo dopo la tragedia, indegna per Euripide e Sofocle, ma non gli elettori. Perché solo ora? Poteva aspettare dopo le elezioni a dire una cosa del genere? Giannino si sarebbe dimesso subito se avesse ottenuto il seggio davanti a questa indignata denuncia. L'Italia, non è gli Stati Uniti, qui succede di tutto più che altrove, e neppure un colpo di rivoltella riesce a far mollare la presa di una sedia ad un politico nostrano, figuriamoci una sciocchezza simile. Zingales è sicuramente un uomo intelligente e sembra quantomeno imprudente aver fatto una sortita del genere. Pare proprio un colpo di scena, Deus ex machina, al fine di risolvere scomodi concorrenti gettandoli nel discredito. Queste, semmai, sono cose che si risolvono in casa, non rendendole pubbliche. E’ sorprendente che un uomo così abile non lo abbia capito. Non c’è una risposta certa, ma Detroit non è molto lontano da Chicago quindi neppure Torino. Una possibile spiegazione potrebbe risalire ad un mandante per uno screzio politico, non di ora, ma del recente passato. Giannino è poco malleabile, ma come ogni mortale, vulnerabile. E’ odioso fare certe supposizioni, non è bello accorgersi dei motivi che potrebbero aver scatenato queste supposizioni, che portano a conseguenti subdole azioni. L’azione di Zingales può apparire come tradimento, come il passaggio al nemico. Con tutto quello che sta succedendo in Italia di veramente scandaloso; l’uomo è troppo intelligente perché abbia fatto spontaneamente questo passo.
Enrico Martelloni