Potere al Popolo, no alle “responsabilità etniche”

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Potere al Popolo:

Quanto avvenuto all’Isolotto fa certamente rabbia. E’ morto un ragazzo di 29 anni coinvolto in un inseguimento in cui non aveva niente a che fare. La famiglia ha tutta la nostra solidarietà.

Mentre eravamo colpiti da quanto avvenuto, la destra cittadina ne ha approfittato immediatamente, strumentalizzando l’accaduto: per questa gente se Duccio Dini è morto non è colpa dei quattro diretti responsabili, ma di tutta la comunità ROM.

Non siamo nuovi a questo tipo di equazioni. Per la destra, ogni volta che uno straniero povero commette un crimine, la sua colpa si estende immediatamente a chiunque non possegga la cittadinanza italiana da più di tre generazioni.  Anche stavolta la morte di Duccio verrà utilizzata contro persone che non hanno condiviso nessun atteggiamento criminoso, la cui unica colpa è quella di vivere al Poderaccio.<

Certo, il campo Rom è un problema, in primo luogo per chi ci vive. Il Poderaccio, il vecchio Masini, l’Olmatello, si sono riempiti a più ondate in seguito alla crisi economica che colpi l’attuale territorio della Macedonia, e successivamente alle due guerre di Jugoslavia e del Kosovo. Si tratta dunque di persone fuggite da condizioni disastrose che hanno trovato rifugio ai margini della nostra città, spesso in condizioni di estrema precarietà.

La giunta Primicerio si incaricò di dare una prima sistemazione alla comunità Rom fiorentina. Nacque da quel tentativo il progetto di via del Guarlone: un gruppo di case in muratura espressamente costruite per ospitare famiglie Rom che, avendo seri problemi di documentazione anagrafica, non potevano accedere alla graduatoria ERP. Fu un progetto azzeccato: le famiglie di via del Guarlone vivono in condizioni molto meno insalubri rispetto a quelle cinquanta che abitano le casette di legno del Poderaccio. Sarebbe bastato ripetere l’esperimento per sottrarre ulteriori nuclei familiari al degrado, alla miseria e quindi ai circuiti di sostentamento extralegali.

Anche intorno al Poderaccio si sono susseguiti tutta una serie di progetti di interazione con la comunità, che se non ne hanno risolto i problemi materiali, hanno comunque permesso che i bambini di cinquanta nuclei potessero andare a scuola. <

E’ evidente che chi, come il presidente del Quartiere 2, chiede che le case del Guarlone vengano sgomberate dai ROM per dare priorità ad altri cittadini fiorentini, non conosce né la storia di quel progetto e soprattutto se la prende con le persone sbagliate.

Chi oggi vende a fondi di investimento privato le case popolari non sono i Rom, ma è la giunta Nardella, ostacolata solo dalla resistenza di qualche inquilino. Il progetto di via del Guarlone è l’unica soluzione percorribile per risolvere la miseria che affligge gli attuali insediamenti Rom fiorentini. <

Noi non ci faremo assoldare nella guerra al povero, che sfrutta fatti si sangue per tradurre repsonsabilità individuali in responsabilità etniche.

Noi siamo pronti invece, in qualsiasi momento, a combattere la guerra alla povertà,  non solo nelle sacche di marginalità della nostra città, ma nei quartieri popolari dove si eseguono 130 sfratti al mese, nei posti di lavoro dove i contratti sono sempre più miseri e precari, nella perdita di salute e di diritti a cui ormai anche la popolazione Toscana non è indenne.

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