Massimiliano Manzotti
Non è vero che le polmoniti siano una peculiarità della stagione autunnale o dell’inverno. Anche durante i periodi più caldi dell’anno casi sporadici di infezione polmonare si presentano puntualmente. Una in particolare è addirittura collegata direttamente all’estate e più precisamente ai condizionatori.
La malattia del legionario, più comunemente definita legionellosi, è una polmonite causata da un batterio detto Legionella pneumophila, il cui nome significa appunto “Legionella amante dei polmoni”. Il genere Legionella è stato così denominato nel 1976, dopo che un’epidemia si era diffusa tra i partecipanti al raduno di veterani dell’esercito statunitense della Legione Americana al Bellevue Stratford Hotel di Philadelphia. In quell’occasione, 221 persone contrassero questa forma di polmonite, fino a quel momento sconosciuta, e 34 morirono. La fonte di contaminazione batterica fu identificata nel sistema di aria condizionata dell’albergo.
La legionellosi può manifestarsi in due forme distinte: la malattia del legionario vera e propria, che frequentemente include una forma più acuta di polmonite e la febbre Pontiac che è una forma simil-influenzale e deve il proprio nome ad un’epidemia acuta febbrile verificatasi nell’omonima località del Michigan (USA) nel 1968, si presenta come una malattia acuta autolimitante che non interessa il polmone e perciò molto meno grave. Del batterio Legionella sono state identificate quasi 50 specie diverse e più di 70 ceppi. Si tratta di un organismo ubiquitario che prolifera soprattutto in ambienti acquatici caldi, tra i 32 e i 45 °C. Si trova anche nei fiumi e nei laghi e in generale in tutti gli specchi d’acqua la cui temperatura non è eccessivamente bassa, anche se negli ambienti naturali è presente in dosi talmente basse da non costituire un pericolo.
La Malattia dei Legionari è la forma più severa dell’infezione, con una letalità media del 10%, che può arrivare fino al 30-50% nel caso di infezioni ospedaliere. L’infezione da Legionella non si trasmette da persona a persona, ma viene trasmessa da flussi di aerosol e di acqua contaminata, come nel caso di ambienti condizionati o con l’uso di umidificatori. Il batterio, infatti, si riproduce soprattutto in ambienti umidi e tiepidi o riscaldati, come i sistemi di tubature, i condensatori, le colonne di raffreddamento dell’acqua, sui quali forma un film batterico. Sedimenti organici, ruggini, depositi di materiali sulle superfici dei sistemi di stoccaggio e distribuzione delle acque facilitano l’insediamento della Legionella.
Per questo, la legionellosi pone un serio problema di salute pubblica, perché costituisce un elemento di rischio in tutte le situazioni in cui le persone sono riunite in uno stesso ambiente, come avviene in case di cura, residenze per anziani, ospedali, piscine, terme e altri luoghi pubblici, nei quali è in funzione un sistema di condizionamento, di umidificazione o di trattamento dell’aria o di ricircolazione delle acque. In particolare, negli ultimi anni, il problema si è manifestato in seguito all’intensificarsi dei viaggi in zone del mondo dove la manutenzione degli impianti idrici può essere poco accurata.
Normalmente la legionellosi si manifesta con febbre, brividi, tosse secca o con espettorato. In qualche caso può dare anche dolori muscolari, mal di testa, stanchezza, perdita di appetito e, occasionalmente, diarrea. Un’analisi diagnostica più accurata in laboratorio evidenzia un malfunzionamento renale nelle persone malate e le radiografie polmonari mostrano segni di polmonite. In questa forma, il periodo di incubazione della malattia varia tra i 2 e i 10 giorni.
La distinzione tra la legionellosi e altre forme di polmonite può essere fatta solo attraverso test diagnostici specifici non solo sulla base dei sintomi che sono molto simili: l’analisi più semplice è la ricerca degli antigeni presenti nelle urine e il livello di anticorpi nel sangue. Il trattamento della legionellosi, essendo una malattia di origine batterica, è basato sulla terapia antibiotica. Tuttavia, molta importanza hanno anche le pratiche preventive che limitano la diffusione del batterio in ambienti a rischio, come le case di cura per anziani e gli ospedali. Diventa infatti strategico controllare frequentemente le fonti d’acqua utilizzate, i sistemi di condizionamento, le tubature e i condensatori, per evitare la colonizzazione batterica. Il trattamento antibiotico è efficace nella maggior parte dei casi, soprattutto in persone con sistema immunitario normale e la malattia non lascia strascichi o conseguenze importanti. Tuttavia possono permanere per lungo periodo segni di stanchezza, problemi di concentrazione, malesseri, dolori muscolari.
La legionellosi può infettare persone di tutte le età, ma è particolarmente diffusa tra le persone anziane, tra i fumatori o le persone affette da condizioni polmonari croniche. I fumatori risultano tra le persone più soggette al rischio di Legionella perché il loro sistema respiratorio ha una ridotta capacità di eliminare prontamente le sostanze estranee, i virus e i batteri ed è perciò più sensibile alle infezioni.
Con questo articolo il Dott. Manzotti va in ferie e riprenderà a pubblicare gli articoli di interesse medico dopo il 20 agosto.