Pollicino a Teatro

Giovedì 25 al teatro Ariosto. Produzione della Fondazione con l’Orchestra delle medie reggiane

La Fondazione I Teatri con l’Orchestra delle Scuole Medie a Indirizzo Musicale della Provincia di Reggio Emilia porta sul palco del Teatro Ariosto, giovedì 25 maggio 2017 (ore 9.00, 11.00, 21.00) Pollicino, una favola in musica, liberamente tratta da “Pollicino”, musica di Hans Werner Henze, libretto di Giuseppe Di Leva, a partire dalle fiabe di Collodi, Grimm, Perrault.

fettineSu palco i cantanti: Fabio Righi (Pollicino ore 9,00 e ore 21,00), Valentina Corradini (Pollicino ore 11,00), Maria Rosa De Nardis (La Madre), Matteo Mergiotti (Il Padre), Andrea Corradini (Il Gufo) e gli attori: Filippo Bedeschi (Pollicino, Padre, Orco), Luca Cattani (Narratore), Valeria Perdonò (Clotilde, Madre, Orchessa)
e con gli allievi della Scuola di Teatro MaMiMò: Emma Panciroli (
Clotilde) e Giuseppe Santoro (Pollicino)
Direzione ed elaborazione musicale di Luigi Pagliarini, regia e drammaturgia di Luca Cattani, Marco Maccieri, Angela Ruozzi. Le musiche saranno eseguite dall’Orchestra delle Scuole Medie ad Indirizzo Musicale della provincia di Reggio Emilia (Istituto Comprensivo “M. E. Lepido” di Reggio Emilia, Istituti Comprensivi Correggio Uno e Correggio Due, Istituto Comprensivo di Quattro Castella – Vezzano sul Crostolo, Scuola Media “A. Balletti”), dagli Archi della Scuola di Musica di Fiesole, dalle percussioni del Liceo Musicale “A. Bertolucci” di Parma e dal
Coro Adorno

LA MESSINSCENA Nelle versioni tradizionali della fiaba, Pollicino e i suoi fratelli scampano alla casa dell’orco scambiando i loro cappelli con le corone delle orchessine che vengono dunque sgozzate al posto loro dall’orco. I bambini, salvi, tornano a casa dei genitori consegnando loro il tesoro dell’orco. Nella versione di Henze, invece, i bambini vengono messi a dormire nella stanza delle bambine e lì, durante la notte, Pollicino parla e conosce Clotilde, la più piccola delle orchessine. I due decidono di scappare insieme abbandonano il mondo meschino e inospitale creato dagli adulti (Padre e Madre, Orco e Orchessa) per andare verso un mondo nuovo dove i bambini “danzano intorno a primavera”. La fiaba si ribalta, dunque. I figli, abbandonati, abbandonano a loro volta i genitori, e creano un mondo “al di là” degli adulti. I bambini scappano senza nessun tesoro. Non c’è ricchezza da consegnare se non la relazione, l’energia vitale generata dall’incontro tra fratelli e orchessine. In questa versione della fiaba gli adulti seguono la logica dell’ingordigia, cercando di soddisfare i propri bisogni e lasciando i figli senza futuro; Pollicino, invece, sa andare oltre il materialismo delle cose che vede: scorge la bellezza al di là dell’aspetto spaventoso di Clotilde e immagina un futuro con lei, non mediato dagli adulti.

Al centro della messinscena, quindi, una domanda si rivolge al pubblico: perché Henze ha voluto cambiare la storia? Quale mistero si nasconde dietro questa scelta? Quale messaggio si cela nella fiaba di Pollicino riscritta dal nostro compositore?

A porsi queste domande è il personaggio-narratore che osserva la storia da fuori e si interroga sul mistero della favola, trasformando la narrazione in un’indagine. Una narrazione che ci conduce all’interno di un mondo oscuro, un mondo di fame, povertà e sfortunati eventi che Pollicino e Clotilde devono affrontare, e che attraverso lo spostamento nel tempo ci permette di incontrarli anche da adulti per scoprire come la loro relazione si è trasformata.

LA MUSICA. Il Pollicino, composto da Hans Werner Henze nel 1980 durante l’esperienza del “Cantiere Internazionale di Montepulciano”, è l’opera per ragazzi più nota del compositore tedesco. Utilizzando melodie popolari toscane e citazioni romantiche all’interno del linguaggio del Novecento, l’autore ha creato un tessuto sonoro del tutto peculiare, assieme accessibile e raffinato, in grado di suonare immediato senza alcuna ovvietà neoclassica o neomelodica. Gli obiettivi di Henze non erano solo musicali, ma anche sociali e politici, e l’ideale di rinnovamento sociale attraverso la musica proposto da Henze ci è parso particolarmente idoneo a ispirare il lavoro di OSMIM Opera.

Dalla sua nascita il progetto OSMIM Opera si basa su rielaborazioni di partiture dell’Otto e Novecento, il cui obiettivo è mantenere il profilo armonico, tematico e sonoro originale, adattandosi ai tempi di uno spettacolo teatrale per giovani spettatori e modellandosi sulle potenzialità di una vasta orchestra di ragazzi, dall’organico costituito da strumenti classici ma non convenzionale nelle proporzioni e nei bilanciamenti timbrici. Nel caso del Pollicino di Henze, la riscrittura è partita scegliendo, come di consueto, alcune sezioni dell’opera e ampliandone l’orchestrazione con l’aggiunta di materiali e figurazioni specifici del linguaggio dell’autore. Il ripensamento formale, necessario proprio in virtù delle rinnovate proporzioni timbriche dell’opera, cerca di riproporre la capacità, che mette in sintonia la partitura henziana con i suoi giovanissimi esecutori, di affascinare con colori notturni e fiabeschi e assieme disincantare con i ritmi e i disegni secchi e ironici delle avanguardie novecentesche.

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