Polizia penitenziaria annuncia esposto alla commissione internazionale

Livorno – Un esposto alla commissione internazionale sui diritti umani delle persone  per quanto accade nelle carceri italiane agli agenti di polizia penitenziaria: è questa, l’iniziativa portante della protesta cui dà voce il sindacato FS-Cosp, per quanto riguarda le condizioni in cui si trovano a lavorare gli agenti addetti alla sicurezza delle carceri italiane. Una denuncia vibrante, che vuole rendere pubblico un problema che accomuna detenuti e guardie nella stessa, identica situazione di degrado.

“Dodici agenti di polizia penitenziaria alloggiati in fatiscenti e indecorose strutture, dodici poliziotti con solo un bagno e una doccia a disposizione, sistemati negli ex-uffici della base navale di Gorgona, struttura situata nel porticciolo di Livorno” è la denuncia di Domenico Mastrulli, segretario nazionale di Fs-Cosp, per quanto riguarda, in specifico, la situazione di Livorno, che assume la valenza di simbolo del disastro carcerario italiano. 

A dare voce alla protesta degli agenti della sicurezza è la Federazione Sindacale CO.S.P. (Coordinamento sindacale  Penitenziario) , con una nota del suo segretario interregionale Toscana-Umbria Santo di Pasquale. e proprio circa le condizioni igienico-sanitarie, il segretario ricorda che, vista la presenza di un unico bagno e doccia, gli agenti si devono mettere in fila indiana aspettando il proprio turno. Insomm,a chi prima arriva meglio alloggia e tutti gli altri in fila. “Neanche nelle peggiori galere si utilizzava tale sistema”, commenta Di Pasquale nella nota. 

 La situazione è stata già denunciata con una nota inviata ieri al direttore del carcere di Livorno, al provveditore regionale della Toscana e Umbria sede di Firenze e alla drezione generale del personale e delle risorse Dipartimento di Roma, con la richiesta di immediati interventi e con la sollecitazione volta alla consegna della “già esistente caserma chiusa dal 2016 per ristrutturazione” e di cui non si conoscono ancora “il termine dei lavori e la data dell’eventuale consegna della stessa”, necessaria per “ridare dignità abitativa agli operatori dell’amministrazione penitenziaria di Livorno e Gorgona, sede dipendente dalla città livornese”. 

Il segretario Di Pasquale ricorda anche la difficoltà in cui incorrono gli agenti della casa circondariale di Livorno per quanto riguarda i collegamenti: dalla sede attuale della caserma alla casa circondariale livornese, infatti, gli agenti, lasciati privi di mezzi, sono costretti a raggiungere la sede di lavoro a piedi, “impiegando nel tragitto almeno 1 ora per raggiungere il posto di lavoro”. Stessa situazione al ritorno. Manca infatti “anche una modesta navetta della penitenziaria”, come invece è in funzione da anni per i dipendenti del Dipartimento di Roma che trasporta il personale.

“Appellandoci alla Costituzione e allo Statuto dei Lavoratori – dice ancora il segretario generale Mastrulli rivolgendosi al ministro della Giustizia e al Capo Dipartimento – se ci siete e tenete concretamente al vostro personale in divisa e delle funzioni centrali, battete un colpo ; altrimenti, solo le dimissioni potranno forse giustificare i tanti mancati interventi sollecitati dalla Fs-Cosp, anche con pubbliche e partecipate manifestazioni”, che tuttavia, ad ora, non hanno ottenuto “adeguate e significative risposte”.

Livorno, figli di un dio minore? Si chiede Mastrulli che rilancia:  “ Invieremo a breve una missiva alla commissione sui diritti umani della Cedu a Strasburgo, su quanto accade di più disumno nelle carceri italiane alla polizia penitenziaria, dalla situazione delle caserme alle mense, dal vestiario agli automezzi, dal trattamento economico ed accessorio non liquidato alle missioni e agli straordinari”. Situazioni  che “terrorizzano” le aspettative di “servitori dello Stato ià impiegati nelle criticità penitenziarie del sovraffollamento detentivo, nella scarsa presenza di risorse umane ed economiche e ad oggi anche alloggiative”. 

 

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