Simone Russo
Caso Prosit, fibrillazioni nella Giunta Delrio: in una lettera l’assessore Franco Corradini prende posizione contro la nomina di Giovanni Andrea Ferrari nel cda di Seta, mentre l’assessore alla mobilità Paolo Gandolfi sta cercando di fare chiarezza sulla vicenda, chiedendo spiegazioni allo stesso Ferrari. Le linee d’azione dei due assessori vanno in direzioni diverse. Mentre Corradini, avuta notizia della situazione, ha enfatizzato l’inopportunità della nomina in Seta di Ferrari, Gandolfi si è mosso con cautela, cercando di comprendere il quadro della situazione per “gestire” l”inattesa polemica.
Nel Pd, specie in quello cittadino, c’è imbarazzo. Anche se nella vicenda Prosit non emergono elementi pesanti dal punto di vista giudiziario, il fatto che un importante membro del Pd locale abbia fatto affari con un imprenditore chiacchierato come Bacchi ha creato diversi mal di pancia; e la notizia della multa Consob che pende su Ferrari non ha fatto altro che aumentare l’imbarazzo, visto che Ferrari ora siede nel consiglio di amministrazione di una società pubblica regionale come Seta. Il nodo da sciogliere, per gli amministratori locali del Pd, è presto detto: chiedere o no a Ferrari di fare un passo indietro dal cda di Seta? Franco Corradini, ancor prima che la notizia diventasse di dominio pubblico, aveva chiesto massima trasparenza e si era dissociato dalla nomina con una lettera a Delrio; un documento rimasto però segreto e non condiviso con altri assessori, fatto che ha creato tensione nella Giunta.
Una tensione aumentata da un’altra circostanza: la nomina di Giovanni Ferrari è stata fortemente voluta dal Comune. La scelta di Ferrari è stata condivisa con gli altri soci pubblici di Act, ma in una prima fase la Provincia aveva puntato sul nome di Malagoli. E’ stato il Comune, con una mediazione condivisa da tutti, a mettere in rampa di lancio Giovanni Ferrari. Ora gli avversari di Gandolfi nel Pd avranno una freccia in più nella loro faretra.
Gandolfi dal canto suo certamente non sapeva dei problemi avuti da Profit Holding e dal suo membro del cda Giovanni Andrea Ferrari. La multa che quest’ultimo ha ricevuto dalla Consob non ha avuto praticamente eco in terra reggiana, a differenza di altri provvedimenti analoghi che hanno riguardato industriali non riconducibili al Pd. Ora per l’assessore alla mobilità si tratta di disinnescare una “bomba” che potrebbe creare qualche danno d’immagine in vista di una sua candidatura a sindaco. E a tal proposito c’è chi ha parlato, riguardo al caso – Prosit, di un “complotto interno” al Pd ai suoi danni per limitarne l’ascesa: voci da smentire, visto che la notizia ha avuto origine da ambienti estranei al Partito Democratico.