Clap, clap, clap: evviva. E bravi i nostri politici. Lorsignori sono riusciti nell’impresa apparentemente impossibile. Se è vero infatti che i risultati del voto siciliano sarebbero, come si affannano a dire da settimane politologi d’ogni risma, l’anteprima di quello che sarà l’esito nazionale, il partito degli schifati semi-irrecuperabili è maggioranza nel Paese. Il partito del non-voto rischia cioè di diventare il più numeroso, sensibilmente oltre il 50%. E il secondo più importante invece, quello fondato da un comico. C’è Beppe Grillo. Che fa piazza pulitita dei tradizionali clown di destra e di sinistra.
Dunque le uniche, “vere” novità di questa calante, ultima Repubblica sono rappresentate, oltre che dal progressivamente corposo gruppo degli astenuti, da Grillo (nel semplificativo ruolo dell’antipolitico), Renzi (il rottamatore interno) e, udite, udite, Silvio ter, la vendetta. Ebbene sì, questa volta l’annunciata (e non per questo sicura) ri-ri-discesa in campo dell’ultrasettantenne di Arcore, potrebbe rappresentare un elemento scompaginatore dello scacchiere sperato. Non a caso i perenni “moderati” come Casini, da decenni mantenuto di Stato (ovvero da 30 anni in Parlamento, senza quasi rappresentanza elettorale) hanno gridato al golpe. Con lui, l’altro “moderato” dell’ultima ora, quel Fini (già ex fascista) che sbavando ai microfoni prezzolati, dice di temere il formarsi di una destra populista. Certo, che quella che lo vedeva portaborse di Berlusconi una manciata di mesi fa era invece illuminata e responsabile.
In realtà Fini, una volta fuoriuscito dalla Presidenza della Camera, vede ridotte le possibilità di accasarsi da qualche parte visto che la sua Futuro e libertà non pare, oggi come oggi, in grado di fare sfracelli. Chissà che le sparate di Berlusconi contro il governo Monti (da lui osannato fino a ieri…) non rompano il fronte dei leccaculo tecnici e scientifici rappresentato dal grosso dei nostri quaquaraquà parlamentari inducendoli a fare un corso accelerato di capacità critica verso l’attuale esecutivo. E che i Catricalà, Passera, Fornero e compagnia succhiante comincino a guardare con voracità anche alle tasche degli intoccabili baroni di Stato e super-manager del fallimento. Che alla favola del loro servizio e snobistico disinteresse non crede nessuno. Tantomeno che siano pronti, in caso di dissenso popolare, a tornare alle più svariate amenità. Che la poltrona piace anche a loro. Per non parlare del loro guru, Mario Dracula Monti.
Un altro movimento giovanile e accattivante cui guardiamo con speranza è quello di Luca Cordero di Montezemolo, Italia futura. Come non andare a letto più tranquilli e sereni pensando a quelle foto di Luca con la banana al vento su uno splendido yacht?