Firenze – La cornice sarà quella, suggestiva, di San Miniato al Monte. E’ lì che Mercoledì 31 Maggio (alle 16.30) si terrà la presentazione del libro di poesia Madrebianca (Passigli Editori) di Rosalba de Filippis.
Madrebianca
non di marmo o pietra levigata
madre invecchiata
riaffiori dal tuo sonno all’improvviso
e fuggono le code dei tuoi sogni
come girini sotto i sassi bianchi.
È da questi versi che è ripreso il titolo del libro. Un libro che ha al centro una memoria: quella della madre. Che non c’è più. E che viene ricordata, certo anche con accenti di dolore, ma all’interno e all’insegna di un dialogo che, idealmente, affettivamente e simbolicamente continua. D’altra parte, chi non c’è più continua in mille modi a parlarci. Non solo attraverso le immagini della sua vita che rimangono nell’animo di chi resta, ma attraverso i mille segni che si ritrovano negli oggetti, nelle stanze di casa, in mille dettagli che ne ricordano l’esistenza e la personalità. Sono versi, d’altra parte, quelli che vengono proposti, che traggono spunto da un’esperienza e da una vicenda personale, ma che esprimono stati d’animo, evocano immagini ed hanno accenti che parlano alla comune, e più profonda, sensibilità umana. Viene per tutti il momento di doversi misurare con il senso e l’elaborazione di una perdita. Il messaggio che si ricava dai versi di Madrebianca è, però, che si può farlo in una dimensione in cui la memoria è inserita nel contesto della vita che continua.
Adesso ti prego
che il figlio
sia pieno
e tu benedica
il suo petto di uomo.
Una invocazione, che così si chiude:
sia sua la mia spalla
e ti prego una maglia
per coprirlo dal vento
che diventa lavanda
stasera.
Sono appunto, i passaggi di un dialogo interiore con chi più non ha voce:
Abbiamo un figlio/casa
cresciuto tra calcine
e stanze a mezzo.
Come se la comunicazione non si fosse mai spezzata. Anche se la situazione in cui ci si trova a vivere è completamente mutata:
La casa è più sacra
lasciata in silenzio.
Come scrive Sergio Givone nella prefazione: “La figlia rivive nella madre che non c’è più, la madre rivive nella figlia che vive di vita riflessa». Entrambe «pregustano un sentore di resurrezione: “Ieri sono morta. Oggi risorta”». Sono sentimenti complessi, che vanno saputi ascoltare, leggere e trascrivere. Intanto, il tempo passa:
Io sono la tua età
sempre precisa
con le radici bianche
e un peso di latte sul cuore.
Il libro è dedicato a Wally. La madre, appunto. Un personaggio, a suo modo, particolare. Maestra impegnata, ed amata dai suoi ragazzi, già protagonista, a fianco del marito Vincenzo de Filippis di una storia emblematica (di impegno sociale e di dedizione all’altro), nella terra delle proprie radici, l’entroterra molisano. Una storia (del ricco che si spoglia dei suoi privilegi e si schiera dalla parte del povero) che Rosalba de Filippis ha, a suo tempo, narrato nel libro La casa del platano (ed. CartaCanta), scritto «a quattro mani» insieme ad Antonio D’Ambrosio.. D’altra parte, anche in Madrebianca compaiono, ad un certo punto, versi in dialetto molisano:
Mamma
ti si scurdata
la macchinetta ‘ncoppa a lu fornello,
so’ venuta e l’ho stutata
ma si era tutta fusa
n’ata vota.
E compare, nella dimensione della memoria anche la figura del padre:
Papà
papà mio,
mi preparo a sfiorarti in età
a breve saremo fratelli
fratello mio.
Come dice benissimo Sergio Givone, interamente «votata alla realtà nelle sue espressioni più comuni e più intime, più terrene e più spirituali, la lirica di Rosalba de Filippis volge ad essa uno sguardo capace di comprenderla alla luce di un più alto principio. Non per trasfigurarla. E tantomeno per spiegarla in chiave metafisica. Ma per farne poesia».
A San Miniato al Monte (31 maggio, ore 16,30) l’autrice dialogherà con l’abate Bernardo Francesco Gianni (che ospita l’iniziativa), con il drammaturgo e poeta Sauro Albisani, con lo scrittore e critico d’arte Luca Nannipieri e, all’insegna dell’interazione fra linguaggi diversi, con la musica e la voce di Francesca Breschi, che curerà gli interventi musicali.
L’ingresso è libero.