Ancora un appello alle banche per agevolare il credito. Pochi giorni fa l’s.o.s. di Confindustria Firenze. Oggi è Confederartigianato Toscana a dare voce ai timori delle piccole e medie imprese. Timori del tutto giustificati dal fatto che l’anno scorso, in Toscana, ben 800 imprese hanno chiuso i battenti per fallimento. «E nel 2012 ci aspettiamo un numero maggiore. Nel 2013 sarà ancora recessione e potrebbe andare ancora peggio. Insomma, una vera e propria ecatombe ». Utilizza una parola forte, il presidente di Cna Toscana Valter Tamburini, per rappresentare una situazione di oggettiva sofferenza dell’economia regionale ed il senso di abbandono e scoramento degli associati. «Le banche non danno più credito alle imprese, soprattutto alle Pmi e alle micro imprese – ha spiegato stamane alla stampa – In una situazione difficile come quella attuale sono inutili anche iniziative come quella della Bce, che presta quattrini all’1% alle nostre banche perché queste riversino parte di ciò che prendono nel mondo produttivo, mentre queste per riprestarli applicano tassi del 8-10% e preferiscono acquistare titoli di Stato. In un momento in cui invece ci sarebbe bisogno di rifinanziare le nostre imprese per far ripatire l’economia». Secondo le indagini della CNA, nell’ultimo trimestre del 2011 si è registrata una riduzione del credito per i prestiti alle aziende pari al 35%. Più della metà delle microimprese rilevano maggiori difficoltà nella concessione del credito da parte degli istituti bancari negli ultimi 3 mesi, mentre più di un terzo segnala un peggioramento nelle relazioni con le banche a causa di richieste di garanzie maggiori, aumento dei tassi bancari e dei costi. «Eppure – spiegano – si tratta di somme che generalmente, per una piccola impresa, non supera i 100mila euro». Meno liquidità significa anche meno investimenti, che nel settore artigiano hanno subito una flessione del -60,2% nella prima parte del 2011, circa 1,15 miliardi di euro su base regionale. «Chiediamo alla Regione – prosegue Tamburini – di rifinanziare tutti gli strumenti di supporto ala Pmi, dal Fondo rotativo alle Misure emergenza economia, e di far interagire il Fidi Toscana con gli altri confidi regionali, tra cui il nostro, che va rifinanziato, perché in questa fase occorrono strumenti forti di garanzia». Quanto ai debiti della Pa, «le imprese toscane vantano crediti per 4 miliardi di euro nei confronti del committente pubblico – ha afferma Saverio Paolieri, direttore di CNA Toscana – Un terzo dei fallimenti del 2011 sono riconducibili a mancati pagamenti. I ritardi sono passati da 120 giorni del 2009 a 180, con punte, in alcuni settori, come nella sanità, di 240 giorni. E’ come se le imprese stessero facendo da banca alle Pubbliche amministrazioni. Un vero paradosso».