Firenze – Un futuro periglioso, già prima della pandemia, si profilava per le piccole e medie aziende che costituiscono l’ossatura forte dell’economia toscana; futuro reso nero pece dall’avvento del covid con le sue misure. Ma non rinuncia alla battaglia per il futuro dell’economia toscana basata sulle Pmi il presidente di Confcommercio Santino Cannamela: “Qualche piccolo segnale di speranza e di fiducia si comincia a intravedere – dice – speriamo che con l’innalzamento delle temperature, come accadde anche l’anno scorso, ma grazie anche a un forte implemento della campagna vaccinale, si possa sperare nel corso della primavera di attivare e riaprire le aziende e anche la circolazione fra regioni. Sappiamo benissimo infatti che il solo consumo interno non può bastare a dare spessore a una ripartenza necessaria. Dal momento che tutto questo ovviamente può non essere sufficiente, ci sarà bisogno anche di ricette nuove. Noi crediamo che per quanto rgiuarda la piccola e media impresa serva uno sforzo governativo per realizzare un quadro normativo che tenga presente i bisogni delle Pmi. Abbiamo capito, e con la crisi legata al Cvoid è stato confermato, che la piccola media impresa ha peculiarità tutte sue, e servono norme ad hoc per questo settore. Se vogliamo mantenere questo livello di tessuto socio economico nei nostri territori c’è bisogno di creare le condizioni affinché l’economia di questo tessuto ricominci a fare sviluppo. C’è bisogno di norme nuove e di regole nuove”.
In concreto, fra i primi passi, “va rivista la Bersani-Monti – conclude Cannamela – poiché insieme a cose giuste molte altre sono da rivedere e bisogna dare la possibilità a queste piccole aziende, pur rimanendo piccole, di essere strutturate, per poter resistere ai forti cambiamenti avvenuti e in corso”.