Firenze – L’ha detto alla Nazione, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, toccando il punto dopo l’esposto presentato alla Corte dei Conti da Greenpeace, che muove l’accusa di danno erariale nei confronti della Regione Toscana: “Ho chiesto anche formalmente, come la Regione Toscana, l’istituzione di uno stato di emergenza nazionale”. La plastica nell’Arcipelago toscano è infatti, come dice lo stesso ministro, una bomba ad orologeria. Le ecoballe che sarebbero state scaricate nel mare toscano, secondo la ricostruzione di Greenpeace, dal comandante della motonave Ivy, diretta in Bulgaria per il loro smaltimento, sono ancora, dopo 5 anni e casuali ritrovamenti da parte dei pescherecci della costa, sul fondo. E se si aprissero, sarebbe un drammatico epilogo per tutto l’ecosistema marino. Una corsa contro contro il tempo, che deve però fare i conti con una serie di pastoie burocratiche. La dichiarazione dello stato di emergenza nazionale sarebbe il primo passo per procedere velocemente e senza ulteriori intoppi, ma è la Protezione Civile che nei prossimi giorni potrebbe incontrare il capo del dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli sulla vicenda.
per saperne di più: https://www.stamptoscana.it/plastica-a-tonnellate-nel-santuario-dei-cetacei-esposto-di-greenpeace-alla-corte-dei-conti/