Pitti Uomo: tra due guerre e il caro vita la moda si rimette la giacca

Via al salone di abbigliamento  maschile: torna il formale, agile e sportivo

Libertà di vestire come vuoi, comodità, eleganza spigliata, sostenibilità, spirito internazionale.Queste le principali tendenze che emergono a Firenze,  a Pitti Uomo 105, dal 9 al 12 gennaio in Fortezza,  il salone di abbigliamento  maschile che è punto di riferimento mondiale per capire le nuove tendenze del vestire e del mercato e che vede un affollato parterre di espositori (832 di cui il 46%) con le loro collezioni maschili per l’inverno 2024-25.
In Fortezza e da lì in tutta la città, tra  sfilate, cocktail, cene, e incontri.

Torna in auge il vestire formale, ma dopo l’ormai sorpassato  innamoramento con lo street style niente è più come prima e il formale si sposa con lo sportivo il quale a sua volta si incrocia con lo stile outdoor (l’abito per vivere all’aria aperta) e uscire in città. Con l’effetto di un formale svelto, a volte ironico, giovane, agile, rispettoso dei canoni sartoriali, ma mai inamidato e di uno sportivo – out door curato e di qualità. In nome della sostenibilità e dell’economia circolare spunta l’irresistibile tendenza del second hand. Nel frattempo si appanna il mito del genio per fare posto al lavoro di gruppo, vedi i 20 giovani  di  Neudeutsch, l’inedito progetto di Julian Daynov  che per la prima volta porta a Pitti il new wave design della Germania. Come gli americani di Detroitissimi o i cinesi di Consinée che incrociano il loro super certificato  cashmere con le creazioni del brand Vitelli.

 A inaugurare il salone il 9 mattina anche il ministro delle imprese e del Made in Italy,  Adolfo Urso, già comparso  la sera prima alla cena di accoglienza del Centro di Firenze per la moda italiana (la holding di Pitti Immagine che organizza le fiere), insieme alla presidente del Centro moda, Antonella Mansi, il sindaco Dario Nardella,  il presidente della Regione, Eugenio Giani, Annalisa Areni di UniCredit, main sponsor di Pitti, i presidenti Antonio De Matteis di Pitti Immagine, Sergio Tamborini di Sistema Moda Italia, Matteo Zoppas di Ice. Lanciato sulla valorizzazione del Made in Italy il ministro, che annunzia: festa del medesimo il 15 aprile, aperte da gennaio le iscrizioni al liceo  del Made in Italy, niente sostegno a chi delocalizza ma incentivi a chi invece riporta a casa.  Oggetto diffuso degli interventi,  il grande balzo della moda nel 2023, frenato – vedi ben due guerre, l’inflazione, l’atmosfera di incertezza – nell’ultimo trimestre, senza però rinunciare a una seppur contenuta  crescita del  4,9% , con  11,9 miliardi di fatturato solo per  l’abbigliamento maschile. Non andrà meglio, si prevede, nei primi 6 mesi del 2024. Ma ce la faremo, e  a Pitti c’è l’economia reale che si impegna”, dicono De Matteis e l’ad di Pitti Immagine,  Raffaello Napoleone. 

 L’atmosfera è di nuova era della moda e di cambio degli armadi.  Lo suggerisce un salone che è vetrina di eccellenza ma anche specchio di  tendenze: del vestire, ma anche di lifestyle. Emblematica in questo senso, la scelta, come Guest designer di Luca Magliano e Steven Stokey-Daley, due giovani creativi che hanno molto di nuovo da raccontare oltre alla sfilata, il giorno di apertura, di Todd Snyder, uno dei più  influenti uomini di moda americani. Regina del nuovo corso torna  la giacca, purché moderna, leggera, agile, destrutturata, comoda,  e già lo aveva anticipato Brunello Cucinelli.

Leggerissime, pur con taglio sartoriale le giacche  di Tombolini  che nella linea Zero Gravity contempla un intero total look. Monopetto o doppiopetto,  la giacca infuria. Kiton, la rivede in chiave attuale secondo  i codici della sartoria classica,  Caruso espone la giacca Aida in lana e linee asciutte, a tre bottoni e giro manica senza piegoline. Cucinelli predilige colori essenziali – dai beige ai grigi interrotti da lampi metropolitani di nero, piombo e blu – oppure colori più intensi come rosso corallo, arancio aragosta, celeste, viola  arancio. Usa linee morbide, misura, lavoro artigianale, eleganza e semplicità. Stefano Ricci vola letteralmente alto e va a fotografare la nuova collezione nei fascinosi panorami della Mongolia da dove riporta  in esclusiva il cashmere più sottile mai visto, Alpha Yarn. Ora la collezione è a Pitti tra abiti in cashmere o vicuña,  giubbotti rifiniti di shearling, berretti di visone  da usare nelle occasioni anche informali.  Equilibrio senza tempio, tradizione  e innovazione  per Alpha Studio che usa filati nobili in  bianco, cammello o   biscotto e tonalità moro, beige, stucco, amarena e blu notte. Maglie e  polo sotto a cardigan con zip,  felpe con cappuccio sotto gli storici cappotti double. Tendenza sportivo-elegante  da WP che porta a Pitti il brand dell’ outdoor Usa, Filson , che continua all’insegna di comfort, qualità e durata, le calzature Blundstone  che aggiungono nuovi modelli e Barbour che presenta la nuova collaborazione con Baracuta.

Altra tendenza dominante, la sostenibilità. Cuoio di Toscana aggiunge alla storica suola verde delle sue calzature, testimone di cuoio trattato al vegetale,  la soletta interna decorata dai due  talentuosi creativi Federico Cina e Marco Rambaldi abbinata ai total look del brand Don The Fuller, animato dal medesimo proposito di sostenibilità . ACBCB X Garmont debutta a Pitti con la calzatura Lagom a ridotto impatto di Co2. Attivissime le scuole di moda. L’Istituto Modartech presenta “Fashgion Future”, ovvero una serie di progetti super tecnologici e il nuovo master in Fashion Hi-Tech, l’unico in Italia,  in collaborazione e con l’istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna  di Pisa.

L’Accademia italiana dibatte, giovedì 11,  con esperti di intelligenza artificiale.  Gli studenti dell’Istituto Marangoni realizzano un progetto di upcycling allestendo le vetrine di Cartier in collaborazione con Pardgroup che appunto si occupa di vetrine, con materiali di scarto di precedenti allestimenti Quelli del Polimoda presentano, con l’evento  “An/Archive”, il nuovo archivio alla Manifattura Tabacchi che vuole essere un futuribile  modello di archivio. Gli studenti dello Ied collaborano con  Ginori 1735 nel progetto “Breaking the Mould”  per raccontare il loro pensiero su formazione, futuro, moda e intelligenza artificiale, in un simposio culinario-creativo, allestito nel giardino d’inverno della boutique dove preparano quattro speciali tavoli imbanditi  durante tutto il Pitti.

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