Firenze – L’Istituto Europeo di Design ha presentato Reflect e ha acceso di volti e riflessi Piazza Ognissanti a Firenze – mercoledì 15 giugno dalle 20.00 – in occasione dell’edizione estiva di Pitti Immagine Uomo.
Una serata conviviale nel cuore della Città che coniuga il piacere della relazione umana con la presentazione di dieci capsule collection uomo/donna realizzate dagli studenti IED di Fashion Design. L’Istituto Europeo di Design ha individuato per il pubblico internazionale di Pitti Uomo una selezione dei migliori progetti della scuola di Moda del Gruppo, presente inItalia a Milano, Cagliari, Firenze, Roma, Torino, Venezia e a Como con l’Accademia di Belle Arti Aldo Galli; in Spagna a Barcellona, Madrid e Bilbao e in Brasile a Rio de Janeiro e San Paolo.
Reflect è un invito a riscoprire il piacere della relazione umana con sé stessi e con gli altri. Uno specchiarsi per ripartire dall’essenziale e con una maggiore consapevolezza aprirsi all’altro con uno spirito conviviale e inclusivo. Questo il leit-motiv dell’evento, dove il riflesso è sì l’immagine restituita da uno specchio ma anche un invito alla riflessione personale.
“Viviamo a cavallo tra due millenni, per cui è importante riflettere su chi siamo e su chi vogliamo essere. Ultimamente ci siamo affidati molto ai social media per rappresentare noi stessi ma credo sia tornato il momento di guardarci negli occhi, in uno spazio pubblico, coi i lavori degli studenti che dialogano direttamente con gli invitati. Questo è lo specchio che abbiamo in mente, qualcosa di antico e contemporaneo allo stesso tempo” dichiara Danilo Venturi, Direttore IED Firenze.
Piazza Ognissanti è diventata così per una sera un caleidoscopio vivente in grado amplificare le prospettive, riflettere la città e aprire i suoi scorci. Un’installazione specchiante restituisce forma al concept dell’evento: una grande parete specchio amplifica il gioco di riflessioni multiple, asimmetrie e colori. Il piacere della convivialità viene invece accolto in un salotto a cielo aperto, fra sedute e luci soffuse che donano alla piazza un’atmosfera intima, una volta calato il sole. L’installazione farà da cornice ad un’esposizione statica delle capsule collection uomo/donna -Persona, You may as well bloom, Anestetico, Indoor generation re-drawing reality, Helter Kobayashi, Kaì, Pop Porn, Seis y Cuatro, Feral e Love – dei giovani fashion designer IED: un racconto introspettivo che dalla riflessione personale del singolo prende forma negli outfit presentati.
LE DIECI CAPSULE COLLECTION
Persona capsule uomo/donna di Giulia di Bitonto – IED Milano
In questo progetto sono analizzate alcune lettere dell’alfabeto coreano: ad ognuna è associata una parola interessante e coerente con il tema. Le parole sono poi scomposte in sillabe e in lettere. Le singole lettere sono poi capovolte, specchiate, a volte ripetute e utilizzate per la costruzione di silhouette che successivamente costituiranno cartamodelli. Le sillabe che compongono i nomi, scelte in base al campo semantico a cui rimandano, rappresentano una sorta di nomen omen per chi le porta e indicano un posto simbolico ricoperto nella collettività.
You may as well bloom capsule donna di Federica Tomei – IED Roma
Il buio: il senso del nulla, lo smarrimento, il provare ad uscire da una situazione senza inizialmente riuscirci. È qui che entra in gioco l’adattamento. Nel buio, la nostra vista si sforza per riuscire a vedere. Solo in questo modo ci si riesce ad orientare nelle difficoltà: adattandosi.
Anestetico capsule uomo/donna di Paolo Belleri – IED Firenze
“Mi abbandono al niente che mi anestetizza. Credo di essere distante dalla realtà, credo di essere vuoto. Sono distante da me. La partenza è sempre un salto nel buio, non sappiamo dove andiamo e soprattutto cosa diventeremo. In quel momento siamo tele bianche pronte ad essere dipinte. Ho tradotto questo concetto creando un trench, indumento che mi ha sempre rimandato al concetto di viaggio. Ho immaginato una persona che parte, il vento attacca addosso vecchi giornali e pensieri, in una mano una valigia piena di speranze che vogliono uscire e nell’altra una vecchia anima da trascinare“.
Indoor generation re-drawing reality capsule uomo/donna di Francesca Caranzano – IED Torino
L’interiorità intesa come rifugio e l’immaginazione come porta verso un orizzonte alternativo sono i punti di partenza della riflessione, una fuga dall’ordinario che consente di vedere la realtà con occhi nuovi. Gli immaginari che creiamo sono lenti colorate attraverso cui guardare il mondo, insiemi di simboli con cui interpretiamo la realtà. All’interno della collezione il concept si traduce in rielaborazione di tessuti stampati e recuperati tramite tecniche artigianali di ricamo e sovrastampa. Dall’utilizzo di metodi artistici, come l’aerografo, si ottengono giochi grafici di sovrapposizioni, che rendono il capo un pezzo unico.
Helter Kobayashi capsule donna di Riccardo Cotta e Matteo Mojana – Accademia di Belle Arti Aldo Galli Como
Il progetto si sviluppa a partire da un personaggio fittizio che attraversa una serie di vicissitudini che lo aiutano a comprendere concetti diversi quali: pregiudizi, stereotipi, dualismo personale e maschere apparenti, messa in discussione dei codici estetici della società contemporanea. Le due macro influenze stilistiche sul progetto provengono dagli anni ’90, in particolare lo street pop di Shibuya e il dark Goth di Los Angeles. Il progetto moda che ne consegue è dunque un mix tra queste due subculture secondo una personale chiave interpretativa.
Kaì capsule uomo di Chiara Autiero – IED Cagliari
Il progetto KAÌ nasce da una riflessione profonda sulla ciclicità e sulla caducità della vita, che viene affrontata attraverso un percorso in tre capitoli volto a comprendere come l’individuo possa lasciare il proprio segno nel tempo e nello spazio. Queste riflessioni sono stati poi rappresentate concretamente nei progetti attraverso l’utilizzo di geometrie essenziali e colori primari, come il bianco e il nero.