Firenze – In occasione dei cento anni dalla nascita della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, che nel 1914 fu fondata grazie ad una felice Convenzione fra Stato e Comune di Firenze per accogliere l’arte ‘moderna’ di allora, ossia opere del secondo Ottocento italiano, con i maggiori esponenti della corrente Macchiaiola, si è deciso di mettere in mostra anche quelle opere del Novecento, per la maggior parte conservate nei depositi della Galleria, a partire, in prevalenza, dal primo dopoguerra. Tali opere furono in parte donate e in parte acquistate dalla Galleria stessa, secondo i criteri di un’apposita Commissione, ancora oggi funzionante, preposta alla scelta delle medesime. La mostra risulta perciò particolarmente interessante perché permette di vedere opere di autori noti o notissimi, rimaste quasi sconosciute per decenni , che si spera troveranno una collocazione definitiva, a fine esposizione, nelle ultime sale di facciata della Galleria .
I curatori della rassegna, Simonetta Condemi ed Ettore Spalletti, si sono orientati in modo da privilegiare gli artisti più rappresentativi della cultura novecentesca in tutti i suoi aspetti e collegamenti . Sono in mostra opere quanto mai rappresentative di Carena, E. Chaplin, Casorati ,De Chirico, De Pisis, Severini , Capogrossi , Morandi, , insieme agli artisti del gruppo “Novecento Toscano” di Baccio M. Bacci e Colacicchi , che circolavano intorno alla rivista “Solaria” e al Caffè delle “Giubbe rosse”. Molto significativi sono gli acquisti che la Commissione decise alle Biennali di Venezia, a partire dal 1925, e alla Quadriennale Romana del 1935; nonché alle “Sindacali Toscane”, con opere di Rosai, Magnelli , Libero Andreotti, Soffici, Viani, fino ai più giovani Conti, Pirandello, Berti , Farulli, Burri e Jasper Johns.
A partire dal 25 novembre prossimo sarà aperta un’ulteriore sezione della mostra dedicata alla grafica, a partire dal 1914 fino alle “Biennali internazionali della grafica”, un evento di singolare importanza nella Firenze del decennio 1968/78,
Quasi tutte le opere in mostra sono state sottoposte a restauro, grazie al contributo dell’Ente Cassa di Risparmio e di vari Enti pubblici nazionali e locali che hanno contribuito anche all’edizione del catalogo “Sillabe”.