Pisa – «Lo striscione “Mai una gioia” lo brucerei!». Rino Gattuso lo dice alla conferenza stampa che precede di poche ore la finale di domenica 5 giugno, quando alle 18, all’Arena Garibaldi-Romeo Anconetani, il Pisa di “Ringhio” e il Foggia di Roberto De Zerbi si giocheranno l’andata della finale play-off (il ritorno al “Pino Zaccheria” tra una settimana). «Per vincere? Basta avere undici leoni!», sibila nel microfono l’allenatore dei nerazzurri. La curva, i tifosi, la città non ne aspettano di meno. C’è in palio l’ingresso in B: un traguardo che la squadra che fu del grande Romeo non può mancare. E infatti – scaramanticamente, com’è giusto che sia – in tanti su Facebook condividono, a partire dalle prime ore di sabato 4, un post benaugurante: nella foto in bianco e nero si vede Anconetani con a fianco Elliot e Dunga, ai bei tempi del Pisa migliore di sempre; alle spalle del terzetto, fa capolino la Torre Pendente; sopra, la scritta dice: “È la vigilia. Romeo, pensaci te!”.
La febbre, in città, sale da giorni. Due squadre forti in singolar tenzone. La miglior difesa (quella del Pisa) e il miglior attacco (quello del Foggia) della Lega Pro: chi uscirà dal campo a testa alta, potrà raggiungere Spal, Cittadella e Benevento, vincitrici dei tre gironi in cui si articola il campionato, nella serie cadetta, occupando l’ultimo posto rimasto libero.
La caccia agli ultimi biglietti disponibili è stata frenetica. Gente già in piedi ai botteghini fin dalle 6 di mattina. Occhi assonnati e poca voglia di parlare. «Il nostro Pisa vale la levataccia. Speriamo che i ragazzi facciano a modo!». Gente che ha dormito in macchina («Dormire è una parolona… Un occhio aperto e un occhio chiuso, come i gatti!»), di fronte al Pisa Point di via Bianchi. Gente che si dà il cambio per non perdere il posto in fila. Saporite imprecazioni in vernacolo quando, oltre alla stanchezza e la coda, bisogna anche sopportare gli improvvisi, dispettosi acquazzoni di questo inizio giugno balordo.
Alle 10 di venerdì mattina la Prefettura ancora non aveva fatto sapere se l’ampliamento dello stadio sarebbe stato accordato. Poi sì, arriva il via libera: altri 1600 posti disponibili. Buona notizia, ma comunque poca roba: le richieste sono più del doppio. Ci si arma della pazienza di Giobbe e si aspetta. Prima o poi i tanto sospirati biglietti arriveranno. Intanto si ragiona di strategie e formazioni, si fanno pronostici, si ride di gusto per via di certi comici sfottò che sui social, Facebook in primis, le tifoserie nerazzurra e rossonera, entrambe ambiziose e veraci, si scambiano senza sosta. Qualcuno si prende la briga di leggerli a voce alta, per la gioia di chi non è connesso al web. Alcune battutacce degli ultrà sono irripetibili, improponibili. Ma su Fb c’è anche chi manifesta giudizioso equilibrio, saggia pacatezza. Come Sandra, foggiana, che scrive: “Che sia prima di tutto una giornata di sport e una sfida alla pari. Foggia e Pisa si meritano ben altro che la C. Un abbraccio agli amici pisani, e che vinca il migliore”. Poi aggiunge un post scriptum: “Quanti profili falsi per aizzare contro i tifosi: fortuna che chi ha cervello vede bene!”.
Nico, foggiano anche lui, predica amicizia e solidarietà invocando addirittura il Puer Apuliae: “Pisani, fate i bravi! Se non erro, storicamente abbiamo combattuto delle vere e proprie guerre insieme. Contro Firenze e il papato. Sotto il dominio svevo… Federico II…!”.
Lorenzo (Foggia): “Foggia e Pisa hanno dimostrato di essere forti e si daranno battaglia sul terreno di gioco e chi meriterà approderà in B. Le due tifoserie daranno il meglio di loro stesse per incoraggiare le loro squadre e certamente non daranno peso ai commenti di quattro dementi da tastiera. L’Arena sarà una bolgia, lo Zaccheria l’inferno, ma alla fine il manto erboso darà l’esito finale”. I tifosi pisani condividono a tempo di record una bella foto del Rino Furioso su cui campeggia la scritta “Ringhio pensaci te!” . Non è da meno l’immagine photoshoppata in cui il Gigante Gattuso, gli occhi saettanti, l’indice destro imperiosamente levato verso il cielo, come per ammonire gli dei, fa indietreggiare una falange rossonera (minuscola, al cospetto del Gran Barbuto) bardata con armature e gualdrappe medievali.
Roberta la commenta subito: “La grinta di Rino, la voglia di vincere questa sfida, faranno la differenza. Anche per lui, come allenatore, un successo sarebbe un gran bel biglietto da visita. Un po’ com’è successo a Ventura…”. Roberta parla di Giampiero Ventura, sulla panchina del Pisa dal 2007 al 2009, da pochi giorni nominato nuovo ct della Nazionale.
Il pisano Simone, invece, si abbandona a uno sfogo: “Io non ci sarò, non ho trovato il biglietto e mi girano anche parecchio! Tutta la settimana che ci provo! Arena esaurita? Ma si scherza davvero??? Potevano concedere più biglietti! Tante persone saranno a casa come me, non mi sembra giusto!”. Qualcuno vira decisamente verso il culturale, con link che non ti aspetti. Tipo quella sulla presunta “foggianità” di Nicola Pisano, che il blog “Lettere Meridiane” indaga in un lungo e dettagliato articolo. “I pisani sono la popolazione più simpatica e civile d’Italia”, è il promettente incipit. “Per qualche astrusa e mai del tutto chiarita ragione, però, nel linguaggio domestico pisano, il termine “foggiano” equivale a dire grezzo, turzo, e non si tratta di una cosa proprio carina nei confronti dei cittadini del capoluogo dauno. Lettere Meridiane ha affrontato dettagliatamente la questione”.
Insomma parrebbe che “alla base di questa strana usanza linguistica (che accomuna la città della Torre Pendente, con Livorno e Lucca, dove l’epiteto foggiano significa la stessa cosa)”, si spiega, “vi siano esperienze non propriamente positive tra i residenti toscani ed gruppi di foggiani emigrati da quelle parti. Chissà dunque come la prenderanno i pisani apprendendo che Nicola Pisano, “il Giotto della scultura”, onore e vanto della città, ed autore di alcuni tra i più importanti monumenti, come il pulpito del Battistero di Piazza dei Miracoli, non era affatto pisano ma, sentite sentite, foggiano… “. E via così, tutti i “termini dell’enigma”. Che sono tantissimi: a leggerli tutti si rischia di perdere la partita. Con buona pace di Nicola, Pisano o Foggiano che fosse, meglio seguire i ragazzi di Ringhio. Il quale, nelle ore della febbre da sfida, ha avuto parole d’affetto per la tifoseria nerazzurra. «La Curva. Mi piace molto la sua coerenza. Questa tifoseria è un popolo coerente che va dritto per la sua strada».