Intanto a Calenzano oggi si apre l’assemblea generale della Confederazione Nazionale per l’approvazione del nuovo Statuto delle 800 confraternite che dovrebbe riportare l’unificazione del movimento. Incerto il risultato, a causa dei ricorsi e delle condizioni meteo in tutta Italia che mette a rischio l’arrivo dei delegati. Oggi a Calenzano, alle porte di Firenze, era programmata (rinviata a marzo per il maltempo: Calenzano, Assemblea nazionale delle Misericordie rinviata per il maltempo)
la due giorni della Confederazione Nazionale delle Misericordie, nella quale l’annunciata riunificazione tra le 800 Misericordie italiane è messa in forse dai ricorsi, a Pisa, i Cobas, chiedono all’Arcivescovo Giovanni Paolo Benotto – che dalle pagine del settimanale diocesano ha invitato tutte le Misericordie ad essere presenti, visto l’importanza dell’approvazione del nuovo Statuto – di vendere “i gioielli di famiglia” della diocesi. Sandro Giacomelli e Federico Giusto dei Cobas si chiedono, in relazione alla crisi economica che attanaglia la locale Misericordia se “l'Arcivescovado e la Misericordia sono disposti per scongiurare i licenziamenti a vendere alcuni gioielli di famiglia, salvaguardare l'occupazione e presentare un piano di rilancio serio e credibile utilizzando tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione”. Secondo il piano di risanamento presentato dal commissario, Stefano Ragghianti è prevista la messa in mobilità di 24 dipendenti e la cassa integrazione per altri 17. Una soluzione giudicata dai Cobas “irricevibile”. I Cobas chiedono di incontrare l'Arcivescovo per “spiegargli che il ripianamento del debito va di pari passo con il rilancio di tutte le attività della Misericordia, che tuttavia non potrà avvenire tacendo sulle cause e responsabilità di questa crisi debitoria: sono in gioco troppe famiglie, nessuno lo dimentichi”.