Piombino: fondi Aferpi bloccati in Algeria, interviene il Governo

Firenze – I fondi di Cevital ci sono ma sono ancora bloccati in Algeria. L’azienda che ha acquistato gli impianti siderurgici di Piombino non ha ancora adempiuto agli impegni presi e per questo il Governo si attiverà per accelerare trattative che riguarda il futuro di oltre 4.000 lavoratori.

In sintesi questo è quanto emerso dalla riunione che si è tenuta al Ministero dello sviluppo economico sul piano di rilancio della siderurgia a Piombino, presenti insieme con il governatore della Toscana Enrico Rossi, il ministro Carlo Calenda, il vice ministro Teresa Bellanova, il patron e l’amministratore delegato di Cevital, Issad Rebrab e Said Benikene, oltre al sottosegretario Silvia Velo e ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, sia locali che nazionali.

“Non si poteva andare avanti così, ma attenti a mantenere vive le prospettive – questo il commento di Rossi – Il passaggio di oggi è stato giusto, ma dobbiamo tentare di far arrivare i capitali necessari instaurando una trattativa tra Governi per sbloccare i fondi che Cevital dice di avere in Algeria e andare così a vedere le carte”.

Il ministro ha annunciato che domani invierà ad Aferpi una lettera con la quale il Governo invita la proprietà ad adempiere agli impegni presi. La richiesta è quella di firmare un accordo per prolungare il periodo di sorveglianza fino al 2019, visto che per il Mise non ci sono le condizioni per interromperlo alla scadenza naturale del luglio prossimo. “Qualora non venisse accolta tale richiesta, non resterebbe che avviare la procedura di rescissione del contratto di cessione degli impianti sottoscritto a luglio del 2015”, afferma un comunicato del ministero.

Secondo il Ministero di via Veneto soltanto su uno dei tre punti ritenuti fondamentali per dare le necessarie rassicurazioni, Aferpi ha adempiuto agli impegni presi: ad oggi i 25 milioni di euro promessi per dare liquidità all’azienda sono effettivamente entrati nella casse di Aferpi.

Non è stato così in merito al contratto di acquisto del nuovo forno elettrico per il quale risultano versati alla tedesca Sms Demag solo 6 dei 9 milioni di euro necessari per gli studi preliminari, sui 200 che saranno invece necessari per completare l’acquisto. Anche rispetto al piano di smantellamento si è soltanto avviato un processo che doveva essere ben più avanzato.

“Apprezzo quindi – ha detto ancora Rossi – la scelta del Governo di inviare la lettera ad Aferpi perché passi da affermazioni generiche a fatti concreti, compresa una gestione concertata e controllata. Se Rebrab vuole portare avanti l’investimento reagirà e darà le risposte che deve. Credo che il Governo italiano debba impegnarsi per sbloccare i fondi algerini, anche minacciando di acquistare minori quantità del loro gas. Vorrei che il traguardo di quell’Accordo di programma che il Governo italiano ha firmato non fosse smarrito, ovvero che a Piombino si sarebbe continuato a produrre acciaio”.

Il Ministro Carlo Calenda ha sottolineato, a conclusione della riunione, che “la vicenda della acciaieria di Piombino è ad una svolta critica e mi auguro che la proprietà e in particolare il Signor Rebrab, comprenda che di tempo ne è trascorso troppo senza vedere alcun avanzamento del progetto siderurgico annunciato. Ora i lavoratori e le istituzioni devono avere certezze; non è più il momento delle vaghe promess

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