Siena – Piove d’estate? Vacanze con il mugugno per chi ha preso ferie, ma qualcun altro gongola. sono loro, i fungaioli, che da anni secondo le previsioni di Coldiretti non hanno visto raccolti così abbondanti. Infatti, il lato positivo di un’estate pazza che ha ammanito record di piovosità fra giugno e luglio è proprio quello di far nascere e crescere i funghi nei boschi toscani e non solo. Un mese di anticipo, soprattutto al nord del paese, ma qualcosa già si raccolgie anche nelle forteste della Toscana, per la soddisfazione delle tante sagre dei funghi che si tengono in regione nel mese di settembre, che vedono, fra le più famose, quella di Pievescola in provinica di Siena.
Infatti, se le piogge inusuali hanno provocato perdite per agricoltura e turismo che sembrano avere già superato il miliardo, niente hanno potuto sui funghi, che, grazie al prodursi di condizioni ottimali, vale a dire terreni umidi senza piogge torrenziali, si stanno riproducendo rigogliosi. Terreno umido dunque, ma anche una bona esposizione solare e il mantenimento, all’interno del bosco, della temperatura ideale, vale a dire 18-20 gradi. Le perturbazioni che hanno provocato gravi danni alle coltivazioni agricole e frenato le partenze degli italiani con perdite per agricoltura e turismo che hanno già superato il miliardo hanno invece anticipato e favorito la nascita dei funghi che per essere rigogliosa richiede come condizioni ottimali terreni umidi senza piogge torrenziali, una buona dose di sole e 18-20 gradi di temperatura all’interno del bosco. Una produzione che, se onddo coldiretti, potrebbe raggiungere le circa 30mila tonnellate tra porcini, finferli, trombette, chiodini e le altre numerose specialità note agli appassionati.
Naturalmente, ciò che è da evitaare è l’improvvisazione da parte dei cercatori casuali, che li espone a pericoli anche mortali. Da rispettare alcune semplici regole, che vanno dalle disposizioni del luogo di ricerca, alla raccolta di funghi di cui si è sicuri, dal’evitare di affidarsi a detti e credenze popolari, fino alla regola più sicura: se non si è certi della edibilità di un fungo, rivolgersi per l’ok alla commestibilità ai Comuni o alle varie unioni micologiche. Inoltre, evitare l’uso di buste di plastica per la raccolta e affidarsi al buon vecchio cesto di vimini. Anche questo è un atto di civiltà e un aaiuto alla sostenibilità ambientale.