Lunedi 2 dicembre 2024 a Roma presso la Libreria Notebook all’Auditorium, inserita nel complesso culturale Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone progettato da Renzo Piano, si è svolta la prima presentazione del saggio di Nicola Calocero Giannoni PIETRO GERMI IN NOME DI JOHN FORD, edito dalle edizioni thedotcompany. Proprio il curatore della collana Giano Fabio Canessa ha moderato la presentazione del libro a cui hanno partecipato l’autore e lo scrittore Giancarlo De Cataldo, che ha impreziosito il volume di una elegantissima e molto stimolante prefazione.
Il saggio, dopo l’anteprima al festival Giano a Castelnuovo lo scorso novembre, è stato pubblicato per celebrare il cinquantenario della scomparsa del regista Pietro Germi, venuto a mancare il 5 dicembre 1974.
Il saggio di Nicola Calocero Giannoni, con un agile tratto chiaro e divulgativo, si concentra sulla prima parte della carriera del maestro sottolineando come l’influenza del cinema di genere nel suo percorso – che identifica essenzialmente nel maestro del cinema western John Ford il suo modello- abbia arricchito la crescita della nostra cinematografia nazionale contribuendo a renderla l’industria culturale nazionalpopolare di riferimento nella generazione che va dalla ricostruzione al boom.
Nel corso della presentazione che per più di un’ora ha registrato un’ampia partecipazione di pubblico e che ha rilevato la presenza anche del premio Oscar Nicola Piovani, degli attori Maurizio Donadoni e Claudio Botosso, dell’attrice Enrica Guidi, della saggista Valentina Notarberardino, del sindaco di Castelnuovo Emanuele Ferrari e dei critici Roberto Silvestri e Mariuccia Ciotta, sono emersi tutti questi aspetti nel tratteggiare compiutamente il profilo di un grande pioniere della nostra cultura non solo cinematografica.
Nel corso della tavola rotonda Calocero Giannoni ha ricostruito ed articolato il percorso delle teorie che attraversano il suo saggio per dimostrare come Germi, noto al grande pubblico per le sue commedie, abbia tracciato per primo anche i codici di un western e di un noir all’italiana.
Fabio Canessa ha sottolineato come Germi sia stato allo stesso tempo un grande artigiano per il pubblico e un profondo autore per il gusto e lo stile nella messa in scena.
Nei suoi generosi interventi De Cataldo, che con il suo Romanzo Criminale ha raccolto nel nuovo secolo anche l’eredita dei film noir di Germi, ha marcato l’urgenza di recuperare Germi non solo per il suo spirito civile ma anche per la forza sociale del suo cinema.
Tutti hanno concordato che i film di Germi ancora oggi riescono a rivelarsi come una sorta di macchina del tempo nel farci respirare il racconto di una società che si era trovata a confrontarsi con una modernità che nel secolo scorso il cinema riusciva allo stesso tempo ad alimentare e interpretare.