Firenze – Si chiamano così, ”pietre d’inciampo” (in tedesco Stolpersteine), perché devono ”far inciampare” i passanti e ricordare loro che cosa è successo proprio lì in quel punto della città, durante l’occupazione nazifascista.
Sono dei piccoli monumenti alla memoria, di uno dei periodi più bui della storia della nostra nazione. Monumenti semplici che non occupano panorami urbani, ma potenti pur nella loro umiltà. Sono quadrati di ottone delle dimensioni di un sanpietrino (10×10 cm), incastonate nel selciato di fronte all’abitazione delle vittime delle deportazioni nei campi di concentramento. Sopra sono incisi i loro nomi e cognomi, le date della cattura e, quando c’è, quella della loro morte.
Le opere-memento sono opera dell’artista tedesco Gunter Demnig che le ha ideate e create ai primi degli anni Novanta
La prima posa è in programma alle 12.30 del 9 gennaio, in via del Gelsomino 29, alla presenza dell’artista, della Vicesindaca e Assessora alla toponomastica Cristina Giachi e dei rappresentanti della Comunitá ebraica di Firenze. Tra il 9 ed il 23 gennaio, in occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria, ne saranno posizionate 24 in diverse strade sul marciapiede di fronte alle abitazioni dei deportati. Giovedì prossimo oltre a via del Gelsomino (per ricordare Rodolfo e Noemi Levi, Rina e Amelia Procaccia, Alda e Angelo Sinigaglia), le pietre saranno apposte in piazza Donatello 15 (in memoria di Clotilde Levi) via Ghibellina 102 (per ricordare David Genazzani), e via del Proconsolo 6 (in memoria di Elena e Abramo Genazzani e Mario Melli Genazzani).