Firenze – “Noi non parliamo al futuro, ma mostriamo prima di tutto quello che abbiamo fatto per essere giudicati sui fatti”. Forte di questa massima che è “il concetto” base di tutta la sua campagna elettorale, Dario Nardella candidato del Pd alla poltrona di sindaco di Firenze ha invitato i suoi potenziali elettori a un pic-nic sul prato del Quercione alle Cascine. L’idea non è stata malvagia: far star bene la gente in uno dei luoghi simbolo della città, sul quale ha già agito la precedentemente amministrazione Renzi.
Per partecipare alla scampagnata ci si doveva registrare sul sito del candidato e premunirsi con una coperta da stendere sul prato: al resto, al cibo e alle bevande, avrebbero pensato i volontari di Nardella. Bisogna dire che tutto è andato alla grande: c’erano alcune centinaia di cittadini e fan, un sole gradevole, un’aria festosa. Nardella è arrivato con tutta la famiglia: moglie, due figli, in terzo in arrivo (si parla di un parte il 27 maggio, due giorni dopo la chiusura delle urne, con la speranza che nasca già figlio di sindaco e che non debba anche lui trepidare al secondo turno) e due cuginetti.
Molta gradevole animazione e poi poche parole, con grande sapienza comunicativa. E’ facile riassumere: le Cascine che molti davano per un’area in declino e degrado, in realtà sono diventate un’area verde vivace e vitale. Un centro visite, eventi, i mondiali di ciclismo che le hanno onorate, un nuovo collettore che ha ripulito la riva sinistra dell’Arno e un nuovo piano di illuminazione. Insomma, il parco della Cascine è sulla strada di diventare il più bello d’Europa.
Ma c’è anche un altro messaggio che va oltre la buona amministrazione della città: “Per la sicurezza dell’area non occorre militarizzarla, bisogna portarci la cultura, e in generale la vita della città, alla quale le Cascine sono sempre più legate”.