Piccoli miracoli di Pioli, ora tocca a Corvino

Firenze – Tre risultati sorprendenti e di grande valore: il pareggio a Roma con la Lazio, la vittoria larga in casa con il Sassuolo e il pareggio a Napoli. Tutti risultati meritati, guadagnati con prestazioni concentrate, di sacrificio, di buona tecnica.

Pioli sta facendo un piccolo miracolo, lavorando pazientemente sul miglioramento del collettivo, sull’aiuto di tutti dove c’è bisogno, sulla fiducia. Nel dopo gara di ieri ha detto una cosa per un tecnico (e per noi) consolante: che la squadra ha giocato la partita che era stata preparata. Il che non vuol dire essere perfetti o essere all’altezza del Napoli. I punti deboli restano, eccome; ma nella consapevolezza da parte di tutti dei limiti e nell’umiltà per ovviarli, con l’attenzione e la fatica. Nessun viatico migliore per ricostruire una squadra.

Due numeri, però, allietano e preoccupano insieme: la Viola è la squadra che fa più chilometri di media a partita (circa 112) e che tira di più in porta (e pensare che lo scorso anno, con quattro o cinque punte in campo, tirava sì e no una o due volte a partita!). Questi numeri, senz’altro lusinghieri, preoccupano per la tenuta della squadra nel lungo periodo. Ora c’è entusiasmo, voglia, applicazione fino all’esaurimento delle forze da parte di tutti, e c’è anche una buona condizione atletica.

Poi bisognerà tirare il fiato, ci vorrà qualche cambio, bisognerà fidarsi di chi finora ha fatto solo la comparsa, per mantenere il livello di gioco attuale. Lo dico non per guastare la festa, ma per capire meglio come rinforzare la squadra a gennaio (sempreché sia vero che ce n’è la volontà). Perché Pioli ha individuato bene i punti di forza assoluti, che sono i due centrali di difesa (ieri Pezzella ha confermato di essere uno dei “liberi” migliori del campionato), il portiere, i tre centrocampisti e il gioiellino multiuso Chiesa. Ha anche individuato il tipo di gioco e il lavoro necessario a renderlo funzionale. Ma ricordiamoci che anche a Milano con l’Inter sembrava che avesse finalmente dato un gioco e un carattere alla squadra, fino all’improvviso crollo fisico e mentale di tutti che gli costò addirittura la panchina.

E secondo me c’è un solo modo per riuscire a gestire meglio le partite e a “economizzare” sulle forze: lavorare sul centrocampo. E Pioli lo sta facendo da quando ha abbassato Benassi sulla linea di Badelj e di Veretout. Ieri la Fiorentina ha ottenuto il risultato di Napoli per una netta superiorità proprio a centrocampo. Jorginho non ha mai inciso; Hamsik ha avuto pochi spazi da attaccare.

Il solo Allen ha rivaleggiato alla pari con i nostri tre centrali puntualmente aiutati dalle “punte” nel pressing e nel recupero palla. Ma i nostri avevano addirittura più qualità, e l’hanno saputa far valere rallentando il gioco, palleggiando, tenendo il più possibile alta la squadra, facendo innervosire gli avversari che a un certo punto hanno anche cominciato a fare falli di frustrazione. A questo centrocampo di eccellenza manca soltanto un “numero dieci”. E a pensare che quello poteva essere Bernardeschi mi vengono le lacrime agli occhi. Bernardeschi al posto di Thereau…

Ma guardiamo avanti, senza rimpianti. E però focalizziamo l’attenzione su questa carenza della squadra (a meno che Saponara o Eysseric non sappiano stupirci come stanno facendo Veretout o Pezzella). È vero che i terzini restano un problema, è vero che in panchina ci sono pochi ricambi e forse poco graditi al tecnico (come Cristoforo). Ma quello che manca davvero è il numero dieci. Qui si farà la gloria del DS. Se trovasse almeno un Jankto, per esempio (ovviamente prima che costi 25 milioni!). E allora forza Corvino, questa volta non puoi sbagliare!

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