Le micro e le piccole imprese reagiscono in tempi rapidi alle variazioni della congiuntura e stanno contribuendo alla ripresa dell’occupazione. Nel 2015 i posti di lavoro sono cresciuti del 2,5% rispetto al 2014. La crescita relativa più significativa è arrivata dalle assunzioni a tempo indeterminato: in dodici mesi sono cresciute del 26,6%. In aumento anche le assunzioni a tempo determinato (+8,3%). In calo l’apprendistato (-10,8%) e i contratti flessibili (-26,7%). L’82,2% degli occupati nelle pmi è titolare di un contratto a tempo determinato.
Lo rileva l’Osservatorio Mercato del Lavoro CNA, curato dal Centro Studi, che analizza mensilmente l’andamento dell’occupazione in un campione di 20.500 pmi con 125mila dipendenti.
“Se oltre il 90% del tessuto imprenditoriale italiano è formato da artigiani, micro, piccole e medie imprese, – sostiene Nunzio Dallari, presidente provinciale CNA – appare evidente che la ripresa deve per forza di cosa passare da lì. Sebbene siamo di fronte solo a timidi segnali di ripresa, questi dati dimostrano come gli strumenti che il governo ha messo in campo – Jobs Act e decontribuzione – sono risultati efficaci nelle imprese più piccole che da sempre favoriscono la stabilità e la qualità dei rapporti di lavoro”.
Ma nel 2016 c’è il rischio di una inversione di tendenza. Da gennaio la decontribuzione sulle assunzioni a tempo indeterminato ha subito un forte taglio: esonero ridotto dal 100% al 40%, limite massimo condotto da 8.060 a 3.250 euro.
Alla luce di questi risultati, è un errore avere ridotto la misura della decontribuzione per il 2016 dal momento che, in assenza dell’incentivo, potrebbe prevalere la convenienza a instaurare rapporti di lavoro meno vincolanti.
“Quello di cui le nostre imprese e i nostri giovani hanno bisogno, invece, è maggiore stabilità e voglia di investire nel futuro. Per questo motivo CNA, tra le altre azioni, sta operando insieme ad Artigiancassa per costruire progetti e modelli di intervento che, sempre di più, sappiano interfacciare le esigenze, e le diverse peculiarità, delle micro e delle piccole imprese”.
La priorità di CNA resta, dunque, facilitare l’accesso al credito e la riduzione della pressione fiscale: “La nostra azione – conclude Nunzio Dallari – per far sì che dal 2016 venissero esclusi dal calcolo della rendita catastale ai fini del pagamento dell’IMU e dalla TASI i macchinari, i congegni, le attrezzature e gli altri impianti (i cosiddetti imbullonati) funzionali al processo produttivo ed impiantistico, è uno dei risultati concreti che abbiamo ottenuto nella Legge di stabilità 2016.
Allo stesso modo cercheremo di trasformare gli obiettivi in azioni concrete per quanto riguarda la nuova spinta che arriva dall’Unione europea con il pacchetto sull’economia circolare (un sistema in cui tutte le attività, a partire dall’estrazione e dalla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun altro) e i rifiuti. Un’occasione importantissima per riportare questi temi al centro dell’attenzione e del dibattito, non solo ambientale, ma anche economico, coinvolgendo tutti gli attori della filiera”.