La domanda è inevitabile: perché e cosa si nasconde dietro alla mancata risposta alle istanze di due imprenditori fiorentini, molto conosciuti, che hanno investito in attività di somministrazione in piazza del Duomo a Firenze? Da oltre un anno Fiorenzo Smalzi e Massimo Martelli attendono l’autorizzazione di suolo pubblico per ristoro all’aperto, esattamente come tutte le altre attività similari che si trovano intorno a Santa Maria del Fiore.
Nessuna spiegazione, secondo quanto raccontato da Smalzi e Martelli, è stata data al diniego, nessuna che dimostri un impedimento rispetto al regolamento comunale vigente. Si parla di “saturazione” ma basta farsi un giro per la piazza per capire che il problema riguarda solo queste due attività: tutti gli altri hanno ottenuto il permesso costruendo quei dehors “tutti uguali” voluti da Matteo Renzi.
“Siamo disperati – si sfoga Fiorenzo Smalzi che per anni ha portato lustro alla città restituendo al Caffè Giubbe Rosse il carattere culturale che aveva perduto con il tempo – passano le settimane, ma nessuna risposta alle nostre istanze ci viene data, non ci rimane che pensare ad una precisa volontà di favorire il fallimento delle nostre attività”
Il dubbio di Smalzi è legittimo perché la sua attività non può vivere senza quello spazio esterno visto che la parte interna è davvero molto piccola e gli affitti a Firenze, si sa, son sempre molto alti. E la domanda scatta immediata: perché due pesi e due misure, e a queste due attività non è concessa la stessa possibilità delle altre?
Della situazione si sono occupate anche le associazioni di categoria che hanno denunciato il fatto, che si domandano dove è andato a finire il criterio della omogeneità nelle decisioni e parlano di “trappola” tesa agli imprenditori da un regolamento Comunale sulle Occupazioni di suolo pubblico incerto.
Le attività di somministrazione, infatti, spiegano Smalzi e Martelli, sono state programmate quando ancora non era uscita questa problematica. I due imprenditori hanno investito sapendo che il regolamento permetteva loro di fare i dehors e il loro piano economico era legato esclusivamente alla concessione dei tavoli esterni.
Situazione grave, muro di gomma del Comune, che pare non ascoltare i due imprenditori che hanno dato fondo ai loro risparmi e che ad oggi non riescono a reggere la concorrenza dei locali similari ai loro perché è ovvio che turisti e fiorentini preferiscano sedersi guardando da sotto in su il capolavoro del Brunelleschi.
“A noi andrebbe bene anche la semplice concessione in via sperimentale di soli tavoli e sedie da esporre dal mattino alla sera – afferma Smalzi – almeno fino a quando la riforma del regolamento comunale porterà alla soluzione dei problemi esistenti ma al momento non abbiamo ottenuto neanche quella!”
Smalzi tra le altre cose offre una proposta davvero interessante mettendo a disposizione del turista e dei tanti fiorentini che lo conoscono delle vere “chicche”: panini speciali fatti in casa, pochi gusti di gelato ma di un artigiano gelataio famosissimo, miscele di caffè particolarissime che arrivano da lontano che ogni cliente può scegliere, vini da assaggio distribuiti in maniera assolutamente attuale, insomma non un altro fast food mordi e fuggi ma un ricordo dei nostri sapori che i turisti porteranno con loro per sempre.
L'unica speranza che rimane ai due imprenditori è che il sindaco Matteo Renzi trovi una soluzione equilibrata e riveda le norme regolamentari prima della fine della legislatura, magari prima di trasferirsi a Palazzo Chigi. E se fosse troppo impegnato al momento, commentano i due imprenditori, “allora non ci resta che sperare che l’assessore allo sviluppo economico, Sara Biagiotti, possa prendere a cuore la situazione”.