Firenze – Riqualificazione o stravolgimento, è su questo dilemma che si danno battaglia amministrazione comunale e cittadini, quelli che ieri, numerosi e tuttavia avvertiti “all’ultimo minuto”, hanno partecipato all’assemblea pubblica fissata dall’amministrazione (presente, oltre ai vertici degli uffici preposti al verde, anche l’assessora Bettini) per rendere partecipe la popolazione della nuova veste che prenderà piazza della Vittoria. Una veste che, come sottolineano nei loro interventi storici e architetti, potrebbe diventare la negazione di ciò che la piazza era e di ciò per cui fu progettata e pensata.
E’ una piazza particolare, piazza della Vittoria a Firenze. Particolare per la sua storia: era già nel progetto del 1908, ma risale, per la realizzazione, al 1930. Particolare la sua conformazione: una pineta urbana suddivisa in un quadrato che è uno square, tipologia con importanti precedenti a Firenze, così ben studiata e costruita da risultare assolutamente innocua (la pineta) per abitazioni e strade, “respinte” a distanza oltre le aiuole. Inoltre, nessun problema di staticità, per i pini di oltre 10 metri, e regolari per forma e altezza (il che indica che furono impiantati tutti insieme e che l’intervento dell’amministrazione Bargellini nel 1955 si limitò a curarli e a semplici sistemazioni) in quanto, godendo di terreno attorno a radici e tronchi, hanno sviluppato il ben noto fenomeno della “rete” di radici, che permette di appoggiarsi gli uni agli altri. Tant’è vero che, avendo a disposizione il terreno, non mostrano le ormai famose radici in superficie, quelle che tanto allarmano cittadini e amministratori. Del resto, si parla di pini perché il vero problema alla fine fine sono proprio loro: quei 44 pini sopravvissuti agli anni e alle intemperie, che si ergono orgogliosi mostrando ancora la bellezza della pineta urbana.
E che sono nel cuore dei residenti, come ha dimostrato ieri l’assemblea che, dopo aver visto interventi che contestavano in particolare la mancanza di informazione circa l’assemblea stessa (è stata comunicata con un annuncio su Fb del quartiere 5, dicono i cittadini, oltre che con qualche locandina in un bar della zona), ha visto i residenti, con parecchi e qualificati interventi, schierarsi in maggioranza assoluta contro l’abbattimento degli ultimi 44 pini.
“I motivi per cui non sarebbe congruo abbattere questi pini sono molti – spiega il professor Mario Bencivenni, storico, esperto di giardini storici su cui ha dato alle stampe varie saggi, membro di Italia Nostra e della rete dei Comitati cittadini fiorentini – ma possono essere riassunti in tre punti: il primo è un problema storico, in quanto la piazza è non solo nata con un corredo di Pini, ma sono stati anche sistemati in modo che non producessero problemi di nessun tipo, con le case lontane e tutti accentrati nell’area di piena terra. In secondo luogo, è una questione estetica: la piazza impiantata nel 1930, vide una scelta precisa in quelli che erano, per l’epoca, gli alberi più rappresentativi dell’idea di architettura moderna. Tant’è vero che Michelucci considerava i pini marittimi, per le loro caratteristiche estetiche, gli alberi più “moderni” che si potessero utilizzare. Il terzo punto, non tuttavia ultimo per importanza, è rappresentato dalle caratteristiche del pino in città: intanto, la caduta degli aghi e lo sviluppo in altezza consente di camminarci sotto senza che venga intercettata la visione della piazza; poi, il pino è uno dei grandi “fabbricatori di ossigeno” ma produce meno ozono di altre specie. Dunque, in un contesto così specifico come l’area di piazza della Vittoria, dove l’ambientazione in terra rende quasi del tutto irrisorio il problema della staticità, l’unica cosa di cui ci si dovrebbe preoccupare è la manutenzione”.
Argomento importante, quest’ultimo, anzi, a sentire il professor Bencivenni, imprescindibile da qualsiasi cura del verde. Nel caso specifico, addirittura nella bozza di progetto che i cittadini, tramite Bencivenni, potrebbero proporre in alternativa, c’è anche una previsione per, con gli stessi soldi che servirebbero al rafforzamento del verde della piazza, la formazione e l’impiego di tre “boscaioli” che potrebbero seguire i nuovi impianti per tre anni, il tempo minimo affinché le nuove alberature possano “svezzarsi”.
Alberi, naturalmente, da intendersi per “pini”, nel solco, come precisato, della scelta estetica compiuta negli anni ’30 e poi rinforzata via via dalle amministrazioni che hanno rimesso mano alle alberature della piazza, tanto che si arrivò, nel dopoguerra, dopo i reimpianti dovuti alla decimazione del periodo bellico, a contare oltre 100 pini. “Una chance di mantenere il carattere della piazza e la sua tradizione estetica in una modalità che non crea nessun pericolo per i cittadini”, conclude Bencivenni, ricordando anche il “bilanciamento” che verrebbe in essere rispetto alla strage dei lecci di via dello Statuto, causa il passaggio della tramvia.
Dunque, secondo quanto raccolto ieri sera, non sarebbe affatto necessario, per residenti ed esperti, “la sostituzione degli attuali 44 pini rimasti a seguito delle vicende storiche e degli eventi atmosferici eccezionali degli ultimi anni con un nuovo sistema verde costituito da 102 nuove piante di specie diversa: tigli, peri da fiore, pruni da fiore, lecci, cercidifilli”, come recita la nota del Comune. E neppure, come hanno detto i cittadini, sono necessari i giochi per i bambini. “Non c’è niente di più bello, da che mondo è mondo – commenta qualcuno a margine – che giocare a nascondino in una pineta“. E il centro? L’area centrale asfaltata, è “da sempre – ricordano tutti – un ottimo spazio per giocare a pallone”. Niente di buono dunque nel progetto del Comune? “Panchine e perché no, wifi” dice qualcuno. E se l’edicola si sentisse in pericolo, sotto quelle fronde pesanti (un ramo si distaccò qualche tempo fa facendo passare un brutto quarto d’ora all’edicolante) si potrebbe spostarla nel centro, lo spazio centrale asfaltato della piazza. Sempre ricordando la necessità che ci sia una manutenzione accurata: attualmente, per 74mila alberi circa che sostituiscono la foresta urbana fiorentina, ci sono tre “boscaioli” per quartiere. In ogni casi sembra di capire che a quei pini, compagni di giochi di generazioni nella piazza dall’aspetto inglese, impiantati con previdenza in modo da non far danni a case e marciapiedi, sono in ben pochi disposti a rinunciare. Anzi. “Piantiamone altri”.
“Stamani dopo due ore di una riunione, programmata da tempo, sulla questione alberi in Assessorato all’Ambiente, pare che ci sia un’apertura dell’Assessore Bettini su Piazza della Vittoria, anche in seguito alla turbolenta riunione pubblica al Romito di ieri sera mercoledì 6 dicembre – è la nota diffusa oggi dalla presidente di Italia Nostra Maria Rita Signorini sulla questione –Sembrerebbe che da parte sua sia ora accoglibile l’idea, proposta ieri anche da Italia Nostra unitamente ai comitati dei Cittadini e da me sostenuta con forza stamani, di procedere al restauro della Piazza con nuovi impianti sul lato che è privo di alberi, alla sostituzione della pavimentazione e a una migliore organizzazione della fruibilità da parte del pubblico, panchine, vialetti ecc. Vedremo se alle intenzioni seguiranno i fatti. Per quanto riguarda i prossimi mesi anche per i nuovi abbattimenti previsti sui Lungarni Colombo e Aldo Moro, sembra si tratterà solo di alcune sostituzioni graduali di alberi in classe critica, procedendo col reimpianto delle alberature (circa 80) crollate nel fortunale del primo agosto del 2015″.
Foto: dagli archivi del Comune di Firenze. in copertina: progetto del 1924 ( i puntini rappresentano i pini). Interno articolo: stato nel 1995; relazione tecnica del 1931.