Sono le otto del mattino nella piazza del mercato centrale. I camion scaricano frutta e verdura e devono fare attenzione ai primi banchi che si stanno sistemando nelle postazioni. Gli ambulanti sfrattati discutono con in mano il "lenzuolo" su cui è stampato il piano di assegnazione e fanno avanti e indietro per rintracciare sull'asfalto i numeri di vernice che a volte non corrispondono nemmeno a quelli sul foglio.
"Non siamo pedine", dice qualcuno: ma questi banchi su due ruote spostati qua e là sembrano proprio pezzi di un incastro studiato al millimetro, "da dietro una scrivania". Sembrano parallelepipedi di legno e ferro senza valore, allineati e ancora chiusi su se stessi e coperti da tende bianche: invece racchiudono un patrimonio che tiene in vita famiglie intere. Molti hanno paura di non riuscire a guadagnare abbastanza per coprire i costi, e di dover chiudere o vendere ai cinesi che già oggi stanno ai lati della piazza a parlottare e osservare come si evolvono gli eventi. Alessio, che ha meno di trent'anni, è preoccupato di dover licenziare un suo dipendente: si trova in una postazione adiacente all'isola ecologica, dove i cassonetti vengono tenuti aperti mettendo a contrasto casse di frutta per cui l'odore, anche d'inverno, si sente. "Non puoi rinnovare Firenze e distruggerne i simboli", osserva Alessio, "il mercato di San Lorenzo era un simbolo. È come la torre di Pisa: non puoi raddrizzarla. Perde il suo senso."
Intanto c'è chi dice che da domani i vigili cominceranno i controlli al centimetro per l'occupazione del suolo pubblico: lo sforamento fino ai 3 metri è punibile con una multa pari a 500 euro, poi si passa al sequestro. Dei piccoli cerchi bianchi in terra segnano il limite di posizionamento dei pali per le tende: bisogna attenersi integralmente, anche nel poco spazio della nuova sistemazione, perché "Hanno fatto multe pure per 13 centimetri."I banchi in piazza sono 52. Ma con questa disposizione e in questo spazio si pongono seri problemi di sicurezza: un'ambulanza non sarebbe in grado passare nel corridoio tra le file di banchi, di conseguenza nemmeno un mezzo dei vigili del fuoco. Un ambulante che ha un esercizio di generi alimentari (dotato di bombola a gas), non è in grado di aprire completamente la porta che dà dietro il bancone perché bloccato dal banco adiacente. "Questo è l'epilogo di una decisione frettolosa", afferma Stefano Marmugi, ex presidente del Quartiere 1, "da oggi duecento persone non hanno più lavoro. Il sindaco dovrebbe dimostrare un po' di autorevolezza nel gestire la vicenda."
In settimana i sindacati contano di incontrare il sindaco per contestare il progetto, realizzato dall'architetto Pittalis, e proporre un'altra soluzione: almeno per alleggerire la piazza.
Un ambulante arriva alle 9 passate con il banco e non riesce a raggiungere la sua postazione per mancanza di spazio: "Sono andato alla posta a pagare il canone della Rai", si giustifica. Ma il banco rimane in mezzo alla piazza, e dietro se ne accoda un altro.