Firenze – Motori e robotica sono stati gli argomenti che hanno aperto l’undicesima edizione del Pianeta Galileo, la manifestazione del Consiglio regionale della Toscana che si propone di promuovere e diffondere la cultura scientifica. In questi decenni l’iniziativa è cresciuta e si è irrobustita con l’apporto sempre più convinto delle scuole e delle tre università toscane. Quest’anno gli istituti coinvolti sono oltre 100 per 128 iniziative alle quali partecipano 70 relatori.
Se costituiscono un bell’aiuto per chi vuole sintetizzare il successo di un’idea, i numeri molto spesso non riescono a renderne esplicito il valore. Pianeta Galileo cresce e si irrobustisce soprattutto perché la Toscana ha evitato di lasciarsi attrarre dalla cultura spettacolo, l’evento spot che attira media e spettatori, ma che poi non lascia traccia nel bagaglio profondo delle conoscenze. Il Consiglio regionale fece fin dall’inizio la scelta delle scuole e i risultati in termini di impegno ed entusiasmo sono visibili a occhio nudo per esempio, oggi, nella platea di ragazzi attratti da argomenti che un tempo rimanevano all’interno delle aule universitarie e dei seminari specialistici.
Li si vedeva anche nell’orchestra del liceo a indirizzo musicale Dante Alighieri di Firenze che ha eseguito musiche di Bizet, Morricone e Bach: concreta la sensazione di una scuola che sta raggiungendo gli standard di qualità dei paesi più avanzati nell’istruzione secondaria. “Pianeta Galileo ha rafforzato il rapporto fra istituzioni, scuola e università”, ha confermato Daniela Lastri dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale. Il rettore dell’Università di Firenze, Alberto Tesi, ha sottolineato da una parte un aspetto fondamentale della cultura scientifica, di fronte alla quale tutti sono uguali, perché “è oggettiva e unisce chiunque si ponga di fronte ai suoi problemi e alle sue formule”. Dall’altra, il rafforzamento della rete fra scuola e università, con la benedizione delle istituzioni, che aiuta i ragazzi a scegliere il proprio corso di studi e dunque il proprio futuro.
Introdotti da Stefano Campi dell’Università di Siena, del Comitato scientifico di Pianeta Galileo, le prime due conferenze sono state tenute da Giuseppe Cantore, dell’Università di Modena e Reggio Emilia che ha parlato dei motori automobilistici, dall’alba di Barsanti al rosso Ferrari, e da Domenico Prattichizzo dell’Università di Siena esperto in robotica sul tema mani e robot.