Petel (Francia) e Zavatska (Ucraina) vincono il Città di Firenze

Firenze – Il tradizionale Torneo giovanile di tennis di Pasqua “Città di Firenze”, giunto alla quarantesima edizione, si è chiuso laureando vincitori il diciottenne mancino francese Maxime Petel e la quindicenne ucraina Katarina Zavatska. Si potrebbe in entrambi i casi esclamare Clamoroso al Cibali! I due vincitori non erano pronosticati da nessuno, non erano teste di serie, e a loro volta hanno  entrambi sconfitto i favoriti n. 1 del torneo;  e chi vi avesse scommesso sopra prima dell’inizio avrebbe guadagnato un bel gruzzolo. Tutto sommato buono ma non eccelso il gioco globalmente espresso nel torneo, e equivalenti i valori in campo come fanno fede i punteggi, la lunghezza degli incontri e i rovesciamenti di fronte, senza che a nostro parere sia emerso il futuro campione o la campionessa del domani, magari degni successori – basta un nome – di un Roger Federer vincitore nel non tanto lontano 1998.

Assistito dal bel tempo almeno sino a sabato scorso, il torneo ha allineato nei due tabelloni principali 64 giocatori e 32 giocatrici, i cui match sono stati seguiti da un bel pubblico presente e anche, limitatamente a un campo, sono stati trasmessi in streaming grazie a una brillante idea degli organizzatori che ha avuto un pieno successo; inoltre gli appassionati hanno potuto seguire i punteggi live di tutti gli incontri collegandosi al sito del Circolo tennis Firenze. Accanto alla presenza massiccia di atleti italiani (anche favorita dagli inviti della Federazione e degli organizzatori), la Francia e la Germania e i paesi dell’est hanno schierato le rappresentanze più folte come da tradizione.

Assenti le Americhe, l’Australia, l’Asia e segnatamente la Spagna oltre ad altre potenze tennistiche minori.  I match migliori si sono ​disputati nei turni iniziali quando gli atleti erano ancora pimpanti, nel pieno delle forze e della lucidità delle idee, mentre dopo il terzo e il quarto incontro il gioco si è fatto rallentato e – come nelle finali di oggi – prevalentemente ​una gara di pazienza e di resistenza costellata da molti errori gratuiti. Tra gli italiani spiccavano alcuni giocatori diciottenni e anche dici​assettenni promettenti, quattro dei quali hanno fatto il loro dovere arrestandosi nei quarti  e, uno solo, nelle semifinali​. Molto si contava sul pugliese Andrea Pellegrino, che dopo una positiva gara contro un altissimo austriaco dal servizio devastante ha inopinatamente ceduto al ​francese Petel, prima che si supponesse naturalmente che questi sarebbe approdato in finale e avrebbe addirittura vinto. Perdenti nei quarti anche il più giovane Moroni, romano poco mobile dal gioco però molto autoritario e imperioso, e il sagace Luca Giacomini. Alle semifinali è approdato il solo Marco Mosciatti sconfitto veramente sul  filo di lana (7/6 al terzo!) da Marko Osmakcic.

Quest’ultimo, svizzero, viene pronosticato come l’erede di Federer, ha in effetti un palmarés molto ricco e prestigioso, e ha fatto qui vedere colpi scintillanti e puro talento insieme a sconcertanti passaggi a vuoto; e ha perso la finale dopo aver vinto a zero il primo set e subito nel secondo l’identico punteggio.  6/4 lo score del terzo per il mancino francese, ma la gara si era da tempo trasformata in una deludente ragnatela di scambi lenti e privi di peso, e Osmakcic alla fine non ne aveva proprio più. Petel è apparso ordinato e paziente, soprattutto sfruttatore, ​ed è ​venuto fuori alla distanza, ma ​il suo gioco è ​anonimo e distante anni luce dal tennis spettacolare e brillante che si vede oggi nei grandi eventi di questo sport​.

La partecipazione toscana al torneo maschile è stata modesta e poco fortunata. Ma va ricordata la gara di esordio del livornese Gregorio Lulli, che ha perso di un niente dal semifin​alista bulgaro Lazarov mettendo in mostra un tennis di ​notevole bellezza e purezza (soprattutto il rovescio a una mano) in un match agonisticamente appassionante seguito dal pubblico assiepato sul campo quattro del circolo.

Nel femminile la piccola Slovenia ha piazzato tre sue giocatrici nelle semifinal​i​ ma è stata beffata perché solo una ha raggiunto la finale nella quale però, sovvertendo il pronostico, Nina Potocnik, accreditata della prima testa di serie, ha dovuto soccombere alla quindicenne Zavatska, forse l’unica giocatrice del tabellone a cui si può ipotizzare e augurare un certo futuro, benché queste previsioni siano sempre incaute. Qui nel femminile è stata viceversa la regola e non l’eccezione la presenza di quindicenni e anche quattordicenni, giacché nel femminile la potenza del servizio e dei fondamentali è più limitata che nel maschile e si può ancora vincere  – però con il tempo che passa sempre di meno – in base al palleggio sostenuto da fondo e tenendo basse le percentuali di errore. Una gara di resistenza, a tratti non bella, è stata appunto la finale, nella quale  la slovena, favorita, si è dimostrata ormai stanca e ​deconcentrata. ​   ​

Tra le italiane una lombarda, Anna Turati, ha raggiunto i quarti in compagnia della lucchese Tatiana Pieri, ma entrambe perdenti. Due altre toscane si sono fermate prima e sono la massese Alessandra Simonelli protagonista di una prestazione opaca contro un’altra ucraina alla sua portata; e la pratese Lucrezia Stefanini, fermata da un infortunio quando era in rimonta al secondo turno con la finalista Potocnik (che l’aveva tuttavia dominata nel primo set). Buona comunque la prestazione della Pieri che ha sfiorato l’ingresso in semifinale cedendo di misura all’altra rivelazione del torneo, la giovanissima slovena Kaja Juvan, giocatrice anch’essa di cui si potrà sentir riparlare.

 

Foto: Tatiana Pieri – www.itftennis.com

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