Pestaggio dei lavoratori a Seano, adesione trasversale al corteo chiamato dai Sudd Cobas

Il presidente della Fondazione Caponnetto: “Un territorio sfuggito al controllo”

Firenze – Oltre a Libera, ci sarà anche la Fondazione Caponnetto, all’iniziativa contro la violenza e la mafia che il sindacato Sudd Cobas ha chiamato in seguito all’aggressione subita martedì notte ai cancelli della pelletteria Confezione Lin Weidong, dove si stava tenendo un presidio per protestare contro un lavoro da schiavi, che vede gli operai impegnati 12 ore su 7 giorni senza nessuna tutela, secondo la denuncia dei lavoratori e del sindacato. Un attacco avvenuto nel cuore della notte e che ha avuto il bilancio di 4 ragazzi feriti, assaliti e pestati con spranghe di ferro, due sindacalisti, fra cui il coordinatore Luca Toscano che è stato dimesso con prognosi di 7 giorni, e due operai. Inquietanti le minacce degli assalitori, che hanno gridato “la prossima volta vi spariamo”.

Un inaccettabile attacco al lavoro, che però non è nuovo, come ricorda il presidente della Fondazione Caponnetto Salvatore Calleri: “Non sono stupito da ciò che è accaduto – dice il presidente della Fondazione antimafia – perché il triangolo Firenze-Prato- Osmannoro come detto più volte, è una zona ad alta densità mafiosa cinese. E’ bene essere chiari sulla questione. Di queste cose parlo da inizi anni 2000, registrando la difficoltà, soprattutto nel pratese, ad affrontare il tema, dal momento che il solo porlo sul tavolo equivaleva ad essere considerati razzisti. Non posso dimenticare la difficoltà di trovare il luogo per presentare i libro sulla prima sentenza della Cassazione sulla mafia cinese”.

Ma la questione, in particolare con l’ultimo deflagrante episodio, sembra essere cambiata. Almeno apparentemente. “Finalmente ci troviamo di fronte a una reazione trasversale , di tutte le autorità e di tutte le parti politiche perché ciò che è avvenuto è un fatto grave e non si può passare sotto silenzio. Poi, bisognerà appurare se è collegato alla mafia, ma in ogni caso emerge un sistema macchiato di mafiosità , perché comunque il pestaggio organizzato da parte di persone assoldate è un fatto che denota un aggravamento della situazione, di fronte anche alle dinamiche classiche di sfruttamento dei lavoratori”.

Nel fronte trasversale si registra la nota di solidarietà dei sindacati storici CGIL, CISL e UIL. La partecipazione alla manifestazione di domenica, pur con qualche distinguo circa le modalità di lotta del sindacalismo di base e quelle utilizzate dai sindacati istituzionalizzati, viene sposata dalla CGIL, che fa sapere nel pomeriggio che ci sarà con le sue rappresentanze regionali: “La Cgil Toscana parteciperà alla manifestazione indetta per domenica 13 ottobre alle 17 con concentramento in via Galilei e invita le proprie strutture, i lavoratori e le lavoratrici a partecipare, in solidarietà agli aggrediti. E’ importante ribadire il no a ogni tipo di sfruttamento sul lavoro e che è inaccettabile il verificarsi di certe intimidazioni. Auspichiamo che si trovino quanto prima i responsabili e continueremo a batterci affinché la legalità sia non solo un valore ma soprattutto una pratica quotidiana”, si legge nella breve nota inviata ai media. “E’ vero che le modalità di contrasto sono diverse – commenta Calleri – perché i Cobas in generale, compreso i Sudd Cobas, hanno metodologie molto dure di contrapposizione. Però, detto questo e di fronte alla gravità della situazione, un plauso al fatto che la CGIL abbia infine deciso di andare oltre la diversità delle metodologie”.

Per quanto riguarda quale potrebbe essere una reazione concreta alla situazione, “bisognerebbe intanto tenere alta l’attenzione su questa vicenda – dice il presidente della Fondazione Caponnetto – lo dico perché, a prescindere da questo bruttissimo episodio, abbiamo un altro fenomeno in corso molto pericoloso che riguarda la mafia cinese ed è la cosiddetta “guerra delle grucce”, che si è estesa alla guerra della logistica: stanno bruciando capannoni, ci sono minacce significative (dobbiamo capire come leggere l’episodio della bara lasciata accanto alla macchina bruciata di un cittadino cinese), e altri episodi di intimidazione pesante. Quindi dobbiamo prendere atto che abbiamo una parte di territorio che non controlliamo più, ed è il triangolo Prato-Firenze – Osmannoro dei capannoni”. Insomma, una parte di territorio sfuggita al controllo, “il che è una responsabilità condivisa da tutti”.

Domenica, alla manifestazione chiamata da Sudd Cobas, a rappresentare la Fondazione ci sarà Maurizio Pascucci, responsabile nazionale dei beni sottratti sequestrati alla mafia, protagonista di moltissime iniziative per rintracciare e capire qual è la situazione reale dei beni dopo il sequestro, anima dell’iniziativa “Grand Tour dei Beni confiscati”, che ha prcorso la nostra regione e altre regioni italiane. “Quello che sta accadendo in questi giorni a Seano è la fotografia dello schiavismo – scrive Pascucci, in un lungo e durissimo post affidato alla sua pagina Facebook – lavorare a 4 euro orari per 14 ore non solo non è giusto, ma non si può considerare sfruttamento. Si sfrutta il lavoro che ha una dignità, in questo caso la dignità è violentata, anzi, annullata”. E dunque, dice ancora Pascucci, è necessario e urgente che “nel territorio della Piana, il Macrolotto , si stringa un Patto per la dignità del lavoro”. E ,al di là di convegni, studi, analisi, conclude Pascucci, di fronte alla volontà di un gruppo di ragazzi di difendere i lavoratori schiavi in luoghi pericolosi,”è necessario rompere il muro d’omertà e metterci la faccia”. Del resto, nel corteo spontaneo che è sfilato nella notte a seguito dell’aggressione, composto di lavoratori schiavi, il grido alla città era: “Prato, svegliati!”.

Svegliati, e qualcuno ha risposto. Domenica in piazza ci saranno, oltre ai rappresentati di Spc Dmitrij Palagi e Antonella Bundu che per primi hanno fatto correre la notizia nei canali istituzionali, l’assessora all’ambiente regionale Monia Monni, che si è già recata sul posto a portare la propria solidarietà ai lavoratori aggrediti, il presidente della Regione Eugenio Giani, l’assessora al lavoro della Regione Alessandra Nardini che sottolinea la necessità di maggiori controlli, il sindaco di Carmignano Edoardo Prestanti, mentre la sindaca di Prato Ilaria Buggetti invierà un rappresentante dell’amministrazione comunale.

Per quanto attiene al Pd, sembrano superate alcune perplessità per quanto riguarda la partecipazione ad un corteo organizzato dal sindacalismo di base: la posta in gioco è veramente troppo alta, per cui ci sarà il Pd regionale che ha dichiarato che “non possiamo voltarci dall’altra parte”, in una nota uscita in serata di ieri, come riportano i quotidiani oggi, e anche il Pd di Prato.

Anche la Chiesa non si gira dall’altra parte: domenica ci sarà un rappresentante del vescovo di Prato Giovanni Nerbini, ma la posizione della Curia è stata chiara fin da subito, con una nota del vescovo di Pistoia Fausto Tardelli e l’intervento delle Pastorali Sociali del Lavoro di Prato e Pistoia, che alla condanna dell’episodio hanno unito l’obiettivo di dare il via a un’azione mirata a sconfiggere la prospettiva del profitto a tutti i costi a favore della realizzazione di un lavoro equo e retribuito giustamente per tutti.

Ma cosa succederà dopo ? La mobilitazione della società civile deve crescere, secondo tutti, ma un pensiero amaro cade dalle labbra di Pascucci, della Fondazione Caponnetto: “Purtroppo quando si arriva al processo, il modus operandi di questi imprenditori è quello di chiudere la partita Iva e scomparire, e potrebbero in un secondo tempo anche riaprire sotto altro nome”. Insomma, alle brutte, basta far sparire l’accusato.

Fratelli d’Italia, intanto, con i deputati Chiara La Porta e Francesco Michelotti che è anche membro della commissione Antimafia, ha presentato due interrogazioni in merito al governo. la richiesta, istituire due distaccamenti della DDA alla Procura di Prato.

Anche l’Arci sarà presente alla manifestazione di domenica, con Arci Prato, Arci Firenze e le sue rappresentanze regionali: “L’Arci in Toscana risponde all’appello ed aderisce alla manifestazione indetta dal sindacato Sudd Cobas domenica prossima 13 ottobre a Seano. I Comitati Arci di Prato e di Firenze insieme al comitato regionale toscano, hanno risposto immediatamente dopo l’inaccettabile aggressione squadrista e mafiosa ai danni dei lavoratori che scioperano contro il sistema delle “12 ore per 7 giorni” nel distretto
pratese e saranno così presenti a fianco del sindacato SUDD Cobas domenica prossima dalle ore 17:30 al concentramento in Via Galilei, a Seano (PO)”, si legge nella nota.
“Quanto successo nella notte tra martedì 8 e mercoledì 9 ottobre a Seano è un attacco inaccettabile al diritto di sciopero e ai diritti dei lavoratori tutelati dalla Costituzione” commenta la Presidente di Arci Prato Ilaria Testa.

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