Firenze – Alla Pergola di Firenze arriva Medea con la regia di Gabriele Lavia. Un lavoro, prodotto dalla Fondazione Teatro della Toscana, che scava nell’animo umano e nei grandi interrogativi della vita: Federica Di Martino è Medea, Simone Toni è Giasone. Una Medea della diversità e dell’istinto attraversati da folgoranti visioni tragiche, sullo sfondo di una rilettura dove a emergere è la modernità della potenza passionale e devastatrice della protagonista.
“È un testo sconvolgente – afferma Gabriele Lavia – di una bellezza e di una contemporaneità commoventi”. Medea è uno dei personaggi più celebri del mondo classico, per forza drammatica, complessità ed espressività. Euripide la mette in scena nel 431 a.C. e per la prima volta nel teatro greco (almeno quello che è arrivato sino a noi) protagonista di una tragedia è la passione, violenta e feroce, di una donna. Forte, perché padrona della sua vita, tanto da distruggere tutto quello che la lega al suo passato. Una donna diversa, una barbara in una città che la respinge. Gabriele Lavia legge oggi nel capolavoro euripideo, al Teatro della Pergola da martedì 18 a domenica 23 aprile, il viaggio verso un personaggio sradicato in un paese straniero.
“Medea è una donna tradita”, spiega ancora Gabriele Lavia, “è una donna che viene da lontano. È ‘figlia del Sole’, non perché partorita dal dio Sole, ma perché viene dal mondo in cui il Sole sorge. Viene dal Caucaso, dall’Oriente, è un’altra cultura. È quel mondo che parla il ‘barbar’, cioè balbetta la lingua greca, da cui ‘barbaroi’, ‘barbari’. Parliamo di un capolavoro assoluto, che tira dentro e non si lascia svelare. Nessun regista può interpretarlo. La verità è che Medea ha interpretato me. Lei mi ha piegato, mi ha portato a realizzare questo allestimento”.
La scena si svolge a Corinto, dove Medea vive con Giasone e i loro due figli. La donna ha aiutato il marito nell’impresa del Vello d’oro e abbandonato il padre Eeta, re della Colchide e fratello di Circe. Dopo dieci anni, però, Creonte, re della città, vuole offrire sua figlia Glauce in sposa a Giasone, dandogli così la possibilità di successione al trono. Giasone accetta e abbandona Medea.
Federica Di Martino, dopo Le troiane con la regia di Federico Magnano San Lio (2008) e Andromaca di Alessandro Maggi nel 2009, interpreta Medea. Simone Toni è Giasone, Mario Pietramala è Creonte, Angiola Baggi la Nutrice, Giorgio Crisafi il Pedagogo, Francesco Sferrazza Papa il Messaggero.
Figure di importanza fondamentale per la trama, quali i figli della coppia, interpretati da Sofia De Angelis e Giulia Horak, sono continuamente presenti (tanto nei discorsi dei personaggi quanto sulla scena), senza però mai esprimersi direttamente. Euripide intende avvolgerli in un’atmosfera drammatica, come per mostrare al pubblico il terribile destino cui vanno incontro. Il coro è composto da Barbara Alesse, Ludovica Apollonj Ghetti, Silvia Biancalana, Maria Laura Caselli, Flaminia Cuzzoli, Alice Ferranti, Giulia Gallone, Giovanna Guida, Katia Mirabella, Sara Missaglia, Marta Pizzigallo, Malvina Ruggiano, Anna Scola.
La scenografia è di Alessandro Camera, i costumi sono di Alessio Zero, le musiche di Giordano Corapi e Andrea Nicolini, le luci di Michelangelo Vitullo, l’assistente alla regia è Lorenzo Terenzi.
18 – 23 aprile | Teatro della Pergola
(ore 20:45, domenica 15:45)
Fondazione Teatro della Toscana