Firenze – Torna alla Pergola lo sguardo di Luigi Pirandello, filtrato dalla cultura e dall’esperienza di un attore e di un regista tra i più incisivi e stimati. Sebastiano Lo Monaco, dopo il fertile incontro con Yannis Kokkos nell’Edipo a Colono di Sofocle nel 2018 al Teatro Greco di Siracusa, ha deciso di riportare in scena Enrico IV, continuando così la sua ricerca intorno al mondo pirandelliano (da martedì 15 a domenica 20 marzo).
È un testo con cui si sono misurati i più grandi attori e i più grandi registi italiani ed europei. Il tema della follia, presente in opere come Il berretto a sonagli e Così è (se vi pare), già interpretate da Lo Monaco, si trasforma con Enrico IV in rappresentazione della follia, fino a esibirla. In fondo, il protagonista, per poterla mostrare attraverso una cosciente finzione, deve rinsavire, e mettere a nudo il rapporto tra maschera e smascheramento, recitando la follia ed evidenziando il carattere metateatrale che si può applicare al testo.
Così, lo spettacolo accoglie il pubblico, quasi a sua insaputa, all’interno di una seduta psicoanalitica dalla quale uscirà, alla fine, con molte domande sulla sua vita. Come è noto, infatti, Pirandello sviluppò i temi, allora nascenti, della psicologia del profondo, riferibili agli studi di Sigmund Freud e alla successiva Scuola di Francoforte. La sfida rilevante oggi è costruire una società in cui siano presenti osservatori critici che sappiano, da un lato, promuovere una cultura del pensiero e della riflessione e, dall’altro, prendere decisioni ponderate.
La vicenda, infatti, racconta di un giovane nobiluomo che, durante una cavalcata in costume nei panni di Enrico IV – alla presenza dell’amata Matilde – viene sbalzato da cavallo dall’odiato rivale Belcredi, batte la testa e impazzisce. Da quel momento, il giovane crede di essere veramente Enrico IV. Dopo dodici anni, Enrico IV rinsavisce: Matilde Spina, l’amore di un tempo, è diventata l’amante di Belcredi. Non resta quindi che continuare a farsi credere pazzo.
Dopo vent’anni, Matilde, Belcredi, la loro figlia Frida, il nipote Carlo e lo psichiatra Genoni vogliono curare la follia di Enrico IV con uno stratagemma: ricostruire la scena della caduta facendo recitare il ruolo di Matilde a Frida, uguale alla madre da giovane. La vista della ragazza dovrebbe far tornare Enrico IV indietro nel tempo e restituirgli la ragione. Enrico IV, di fronte alla ragazza che scambia per la madre, si lancia ad abbracciarla, ma Belcredi si oppone. Enrico IV sguaina la spada e lo trafigge a morte.
Ora per sfuggire definitivamente alla realtà (nella quale tra l’altro sarebbe stato imprigionato e processato), Enrico IV decide di fingersi pazzo per sempre. D’ora in avanti la pazzia sarà necessaria, come condanna e insieme liberazione.
Foto: Sebastiano Lo Monaco (di Tommaso Le Pera)