Perché Nardella dovrebbe governare per altri cinque anni

Firenze – Giovedì  sera Dario Nardella ha inaugurato la Porta alla Croce restaurata e provvista di un sistema di una gradevole illuminazione multicolore. Un atto da sindaco coerente con una campagna elettorale  condotta soprattutto nel segno del buongoverno.

La promessa di tenere i toni bassi e di parlare soprattutto delle cose fatte, senza entrare in battibecchi propri di retoriche politiche che cercano di mascherare l’assenza dei contenuti con parole d’ordine aggressive, è stata mantenuta.

Lo stile fa l’uomo di governo e il sindaco uscente ha voluto trasmettere soprattutto questa immagine. Una città che per cinque anni è stata amministrata con saggezza ed efficienza nonostante l’impressionante quantità delle opere pubbliche realizzate, in primo luogo per completare le linee della tramvia.

Negli ultimi anni Firenze si è trasformata. Molte delle sue piazze si sono rinnovate, alcune hanno recuperato il loro splendore artistico. Per esempio San Lorenzo liberato dalla pletora delle bancarelle che ne facevano un’appendice del mercato con l’aggravante dell’incompatibilità estetica e funzionale. Molti gli edifici riqualificati, alcuni, che sono da decenni in rovina, ora in fase di recupero come Sant’Orsola.

Anche l’incontenibile ondata di turisti che ogni giorno consuma il centro cittadino tutto sommato è stata ben governata. Le conseguenze di questo fenomeno, che comunque porta risorse al sistema d’accoglienza e del commercio, irrompono nella struttura abitativa dell’intera città e per il futuro sindaco sarà una priorità difendere la natura storica e antropologica di Firenze. E tuttavia l’invasione di turisti spesso indisciplinati e irrispettosi è stata irreggimentata sia dal punto di vista del traffico che dei servizi.

Senza ossessioni o allarmismi. Potenziando anche gli eventi (festival, mostre, concerti etc.) che contribuiscono a richiamare fette più acculturate di pubblico internazionale, come una sorta di “benchmarking del visiting Florence”, esempio che lancia semi di buon comportamento in mezzo alla massa che ogni giorno riempie le strade del centro.

Molti altri aspetti  dell’ultima consiliatura potrebbero essere citati: per esempio l’attenzione costante alla sostenibilità ambientale nell’immaginare la città di domani, e la trasparenza dell’amministrazione, sicuramente una delle migliori degli ultimi decenni, l’attenzione a potenziare la vocazione internazionale di Firenze.

Mettendo tutto in fila, dunque, il direttore di questo giornale ritiene che sarebbe un bene per la città  che a Nardella venissero riconsegnate le chiavi di Palazzo Vecchio anche per il prossimo quinquennio.

Un periodo di tempo, fra l’altro, che permetterebbe di portare indispensabili chiarimenti nella tumultuosa evoluzione delle forze di opposizione il cui volto, la cui consistenza, la cui visione della comunità fiorentina si mostrano ancora ambigue e basate esclusivamente sulla contestazione comunque e dovunque e non su proposte di governo razionali, serie e convincenti.

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