Parigi – Nicolas Sarkozy è di nuovo nel mirino della magistratura francese, anche questa volta a causa del finanziamento delle sue campagne elettorali. La procura parigina ha infatti aperto un’inchiesta per vederci più chiaro in un assegno di oltre trecentomila euro che l’ex capo dello stato avrebbe chiesto al suo partito, l’UMP di versare allo Stato al suo posto.
Quella somma infatti era quella che l’erario richiedeva a Sarkozy per aver superato di 365.000 euro appunto il tetto delle spese autorizzate durante la campagna presidenziale del 2012, che era di circa 22 milioni di euro.
La fattura, invece di essere stata saldata dal diretto interessato, lo era stata dall’UMP. Ad allertare la procura sono stati i revisori dei conti dell’UMP, che si sono chiesti quale fosse “il fondamento giuridico che consente al partito di sostituirsi al candidato”. Così ora Sarkozy, che negli ultimi mesi era impegnato a preparare un suo grande ritorno politico, si trova a dover rispondere di “abuso di fiducia”, ricettazione e complicità.
La settimana scorsa, dal termine del primo stato di fermo di un capo di stato francese, era finito indagato per corruzione e concussione per aver cercato di ottenere da magistrati informazioni sull’andamento di inchieste che lo riguardavano. Come, ad esempio, il finanziamento libico alla sua campagna presidenziale del 2007. Su quella del 2012 è aperta anche un’altra inchiesta, soprannominata Bygmalion, in cui ci sarebbe un valzer di finte fatture dell’UMP. Sarkozy si è già difeso la settimana scorsa ribadendo la sua innocenza accusando la magistratura di un accanimento strumentale con una tirata dai toni un po` berlusconiani.
L’ex ministro degli interni e suo vicino collaboratore Claude Guéant ritiene addirittura che abbattere Sarkozy sia diventata “un’ossessione dello stato”. “E’ sempre quando a più comodo al potere che escono queste rivelazioni o pseudorivelazioni” ha aggiunto in un’intervista al quotidiano”Le Figaro”. Strumentali o meno, questa girandola di inchieste rischia comunque di impedire o almeno ritardare quel ritorno trionfale che stava con cura mettendo a punto Sarkozy in un momento di vuoto politico del centro destra, minacciato dall’avanzata del Fronte Nazionale di Marine Le Pen.
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