Martedì 23 e mercoledì 24 aprile 2019, alla vigilia dell’anniversario della Liberazione, nella cornice suggestiva di Piazza Martiri del 7 luglio, il Teatro Valli ha aperto le porte a fan di tutte le età arrivati per assistere al concerto della cantautrice friulana Elisa. In entrambe le date l’evento ha registrato il sold-out e si è rivelato un’occasione speciale per addentrarsi nel mondo di Elisa, probabilmente quello più intimo.
Il teatro è la dimensione che la cantante ha scelto per portare in scena il suo tour intitolato Diari Aperti, omonimo del suo decimo album in studio, uscito lo scorso 26 ottobre; un luogo che richiama il tema della profondità e della comprensione, un posto in cui è possibile arrivare all’essenza delle cose. Noi abbiamo assistito allo spettacolo del 24, che si aperto con Elisa al pianoforte al centro del palco in abito lungo con il corpetto scintillante. Intorno a lei, in semicerchio, tre coriste, un quartetto d’archi e il resto della band.
Protagonisti della prima parte dello show sono stati i brani più recenti, tra cui “Come fosse adesso”, “Promettimi, “Anche fragile”. I testi sono tratti dal diario della cantautrice dell’ultimo anno e mezzo, ma non solo, ci sono anche spezzoni di diari vecchi: ricordi, esperienze, affetti, tradizioni di famiglia. Come riflessi in uno specchio, probabilmente anche i presenti hanno effettuato un personale viaggio nei ricordi. Elisa ha utilizzato un tono confidenziale che ha invitato alla riflessione; in questo luogo raccolto la condivisione è stata immediata, il suono avvolgente , le melodie coinvolgenti. Il pubblico si è unito all’artista quando ha intonato “Eppure Sentire”, singolo composto nel 2007. Poi un lungo flashback di musica e parole fino all’anno 2001 con “Heaven Out of Hell” e “Luce”.
Da questo momento vengono proiettati sullo sfondo frammenti di video personali, qualche vecchia fotografia e pensieri scritti a mano dall’artista. Poco dopo si torna nel presente con “Quelli che Restano”, uno degli ultimi capolavori tratto dall’ultimo album, in cui è cantato in duetto con Francesco De Gregori. Dopo una breve pausa Elisa torna in scena con un elegante tailleur bianco. I toni diventano più accesi e l’adrenalina si diffonde tra il pubblico divertito, che abbandona per alcuni istanti le rigide poltrone per cantare e muoversi al ritmo della musica. La stessa Elisa, che nella prima parte era stata seduta per quasi tutto il tempo, diventa più dinamica, più sciolta e spesso accompagna il canto suonando la chitarra. “Se piovesse il tuo nome” apre la seconda parte
del concerto, un’altra collaborazione, firmata Calcutta, Casagrande e Faini, nomi conosciuti nel nuovo scenario di song writer italiani.
Si è poi continuato con diversi successi che ripercorrono tappe fondamentali della vita artistica della cantante, tra cui “L’anima vola”, “Together” e “Broken”.
Nelle pagine dei suoi diari Elisa parla di sentimenti e legami che il tempo non scalfisce: ”diari di viaggi, di ricordi, di amici ed emozioni condivise”, dice e in questo momento invita sul palco un’ospite: Antonella Lo Coco. “Una persona che ha sempre fatto parte di questo viaggio, un’amica da tanti anni, oltre che un’artista”; insieme cantano un medley. Poi Elisa ringrazia diverse volte tutti i presenti e, inaspettatamente, scende dal palco e abbraccia i suoi estasiati fan. Sono quasi le 23,00 e il sipario si chiude. Si riparte con “Gli ostacoli del cuore”. C’è ancora tempo per un messaggio importante: “Andare sempre nel modo in cui abbiamo bisogno di andare. Questo è l’augurio che faccio sempre a tutti”. E’ il momento di “A modo tuo”, l’ultima pagina del diario, che il Valli canta con Elisa. “Mi piace vedere le persone felici, così io vi vedo in questo momento. Questa energia è sempre bellissima, è forte e sono sempre grata per questo”. Elisa è l’ultima a lasciare il palco, quasi danzando. Nel silenzio della notte reggiana riecheggia solo il fruscio delle acque della fontana che si tingono del Tricolore e il ricordo di una bellissima emozione.